Istruttori e tecnici: facciamo chiarezza sul riconoscimento giuridico dei corsi

14 Maggio 2018 at 21:32

Molte sono le perplessità sulla validità dei corsi che permettono di esercitare legalmente la professione di istruttore o di tecnico sportivo.

Il tema del lavoro in ambito sportivo è stato infatti a lungo oggetto di confusione in merito a titoli e qualifiche.

Proviamo allora a fare chiarezza.

Quali sono le condizioni che permettono di operare in linea con i riconoscimenti legali?

La formazione degli operatori sportivi è di competenza esclusiva di alcuni soggetti individuati come riferimento giuridico per la validità dei titoli acquisiti.

I soggetti che operano con riconoscimento giuridico in ambito sportivo sono:

  •  il C.O.N.I.. Comitato Olimpico Nazionale Italiano
  • le Federazioni Sportive o realtà associate riconosciute dal C.O.N.I
  •  gli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal C.O.N.I
  • le Discipline Associate

Il decreto Melandri, D.L. 23/07/1999 n.242 individua e fissa la competenza del C.O.N.I per “l’organizzazione ed il potenziamento dello sport nazionale” e la “promozione della massima diffusione della pratica sportiva” nei limiti di quanto stabilito dal D.P.R. 24 luglio 1977 n.616”.

Il Regolamento per “il riconoscimento e i rapporti C.O.N.I – Enti di Promozione Sportiva”, approvato dal Consiglio Nazionale del C.O.N.I del primo agosto 2001, art.2 , legittima gli Enti a formare tecnici, istruttori e operatori sportivi.

Le funzioni in materia sportiva sono state nel tempo, attribuite gradualmente alle Regioni, fino ad arrivare alla modifica dell’art. 117 della Costituzione che ne sancisce la legislazione “concorrente” Stato- Regione, lasciando comunque inalterate le competenze nazionali del C.O.N.I (e quindi delle Federazioni e degli Enti di Promozione).

Il riconoscimento legale della qualifica di “Istruttore, Tecnico qualificato o Operatore Sportivo” si ottiene quindi solo con il conseguimento di un:

  •  Diploma di Laurea in Scienze Motorie
  •  Diploma I.S.E.F
  •  Percorso formativo di Istruttore o Tecnico come disciplinato dalle federazioni o dagli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal C.O.N.I

E’ fondamentale sottolineare che questi sono gli unici titoli che permettono di operare legittimamente come tecnico o istruttore.

Quali sono le conseguenze fiscali per chi non esercita con titoli riconosciuti?

I rapporti di collaborazione nel mondo dello sport dilettantistico trovano la loro disciplina nell’art. 90 della L. n. 289/2002 e ss. modificazioni, nel D.L. n. 136/2004 (conv. da L. n. 186/2004), nell’art.67, comma 1 lett. m), del TUIR, nel D.Lgs. n. 81/2015 ed, infine, nell’articolo 1, comma 358 e 359, della Legge 205 del 2017 (Legge di bilancio 2018), che costituiscono gli unici riferimenti normativi per definire il trattamento fiscale e

previdenziale di tali rapporti unitamente alle regole dettate dalla L. n. 91 del 1981 per lo sport professionistico.

In particolare l’articolo 1, comma 367, lettera b), della legge 205/2017 ha elevato ad euro 10.000,00 dal 1 gennaio 2018 il tetto oltre il quale i compensi sportivi concorrono alla formazione del reddito.

Certamente è possibile affermare, attraverso l’analisi della normativa citata, che la volontà del Legislatore in questi ultimi anni è stata quella di riservare ai rapporti di collaborazione di natura sportivo dilettantistica una normativa speciale, volta a favorire e ad agevolare la pratica dello sport dilettantistico, rimarcando le specificità di tale settore che contempla anche un trattamento differenziato rispetto alla disciplina generale che regola i rapporti di lavoro.

La Circolare n. 1/2016 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro conferma tale concetto e ha affermato altresì che “l’applicazione della norma agevolativa che riconduce tra i redditi diversi le indennità erogate ai collaboratori (agevolata di cui all’articolo 67 comma 1, lett. m) ndA) è consentita solo al verificarsi delle seguenti condizioni:

1 – che l’associazione/società sportiva dilettantistica sia regolarmente riconosciuta dal CONI attraverso l’iscrizione nel registro delle società sportive;

2 – che il soggetto percettore svolga mansioni rientranti, sulla base dei regolamenti e delle indicazioni fornite dalle singole federazioni, tra quelle necessarie per lo svolgimento delle attività sportivo-dilettantistiche, così come regolamentate dalle singole federazioni.

La stessa circolare precisa che le qualifiche acquisite dai singoli soggetti attraverso appositi corsi di formazione promossi dalle singole federazioni o enti di promozione sportiva di riferimento, nonché la loro iscrizione in albi o elenchi tenuti dalle Federazioni, EPS o dal Coni attestanti la capacità di esercitare determinate attività di formazione, non possono essere considerati di per sè elementi per ricondurre i redditi percepiti da tali soggetti tra quelli aventi “natura professionale”, con ciò stando a significare che i titoli acquisiti non costituiscono presupposto di automatica qualificazione del soggetto quale “professionista” soggetto dunque all’apertura della partita iva.

Chi può rilasciare brevetti validi?

Gli unici organismi che possono rilasciare brevetti validi sono gli Enti di Promozione Sportiva e le Federazioni riconosciuti dal C.O.N.I oltre alle discipline associate e agli enti accreditati.

Per chiarire non hanno alcuna validità legale i titoli rilasciati da Associazioni o Società sportive dilettantistiche . Una attenzione particolare va rivolta alle realtà associative che hanno all’interno del proprio nome la definizione di federazione nazionale o associazione nazionale, ma che nulla hanno a che vedere con le Federazioni riconosciute.

In sintesi una federazione privata ( a.s.d. o s.s.d., ), non rilascia brevetti o titoli riconosciuti in ambito legale, fiscale e assicurativo ma semplicemente un titolo associazionistico spendibile unicamente all’interno della associazione stessa.

Una qualifica rilasciata da una federazione non riconosciute dal C.O.N.I seppur affiliata ad un ente di promozione sportiva riconosciuto non ha nessuna garanzia in ambito legale e fiscale.

Il brevetto per essere valido deve essere rilasciato direttamente dall’Ente di Promozione Sportiva con il quale la federazione privata è affiliata, (non è sufficiente riportare il logo dell’Ente affiliante, il documento di attestazione della qualifica deve essere dell’Ente di Promozione).

Il Centro Nazionale Libertas è garante della legalità dei propri attestati con riferimento allo SNaQ Sistema Nazionale delle qualifiche dei Tecnici Sportivi previsto dalla Scuola dello Sport del C.O.N.I., e come soggetto accreditato per la formazione del personale della scuola con iniziative formative riconosciute dal M.I.U.R. (Ministero Istruzione, Università e Ricerca).

“ Salute, sport e movimento fisico” al centro della campagna del Ministero della Sanità e CONI

21 Novembre 2017 at 7:30

Ancora una volta è proprio il Ministero della Salute a porre l’attenzione sull’incidenza dell’inattività fisica, sui costi della sanità e sul benessere sociale. Una questione che sembra non essere ancora percepita nel suo insieme in termini di potenzialità e risorse.

Oggi il Presidente Luigi Musacchia ha partecipato alla presentazione della campagna di Comunicazione “Salute, sport e movimento fisico”, con l’intento di non abbassare mai l’attenzione su questo tema, che ci coinvolge così da vicino come Ente di Promozione Sportiva.

La conferenza stampa, presso il Ministero della Salute, Auditorium “Cosimo Piccinno”, è entrata subito nel vivo dei numeri e dei comportamenti, ponendo l’attenzione sulle occasioni mancate in termini di salute pubblica e sulle possibilità concrete di incidere sui trend positivi.

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin insieme al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi e al Presidente del CONI Giovanni Malagò, hanno messo sul tavolo tematiche assolutamente centrali non solo in termini di Welfare e benessere psicofisico, ma anche di leva economica.

Lo sport è al centro delle politiche europee ormai da tempo, indicato come fattore di sviluppo, di consapevolezza civica, economica e occupazionale.

La scelta del Ministero di scendere in comunicazione con una campagna in collaborazione con il CONI sui temi della inattività è certamente un segnale culturale.

Questa è la nostra dimensione, quella della promozione dello sport e del movimento che può molto nei territori e nelle famiglie. La prossimità territoriale e l’essere presenti nel tessuto sociale ci offre infatti la possibilità di sostenere un processo di trasformazione della percezione dell’attività sportiva.

L’attività fisica incide sui costi diretti e indiretti dell’assistenza sanitaria in termini di capacità produttiva e anni di vita in buona salute. Il tema continua quindi a non essere lo sport nel senso comunemente percepito del termine, ma l’attenzione al proprio corpo, dello stile di vita quotidiano, della consapevolezza che l’attività fisica è una semplice abitudine e un importante cambiamento di punto di vista.

La formazione Libertas ai Campionati Nazionali di Atletica

4 Luglio 2017 at 21:24

Una giornata di formazione, il 30 giugno, per completare gli impegni dei Campionati Nazionali di Atletica di quest’anno.  Un corso rivolto ai docenti dedicato alla “Postura, Attività Fisica e Sport”. Un incontro particolarmente importante perché strutturato per gli insegnanti della scuola di primo grado quindi Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado, con l’obiettivo di portare ai giovanissimi una cultura e una consapevolezza sportiva e di padronanza corporea. Siamo convinti che l’impatto di una sensibilizzazione proprio in ambienti scolastici sia efficace e funzionale ad un cambio di mentalità e di approccio alla attività fisica.

In questo senso la presenza del Presidente della LibertasLuigi Musacchia, che ha voluto esserci per sottolineare l’importanza di un percorso formativo pensato per chi quotidianamente è a contatto con i luoghi della formazione per eccellenza, le scuole.  Il Presidente ha ribadito il nostro impegno nel sostenere  il ruolo strategico dell’attività fisica nelle sue diverse declinazioni, dalla attività fisica adattata alla attività sportiva in senso stretto.

Come?  Per esempio parlando anche di postura e di rieducazione, così come degli effetti di un approccio posturale nell’ambito dell’attività fisica adattata o sportiva agonistica.  Altri aspetti su cui puntare sono sicuramente le capacità operative che passano anche dagli elementi di base sulle metodiche di primo soccorso in campo o dalla ricerca scientifica in ambito di indici di performance e definizione di programmi di esercizio fisico specifico e personalizzato.

Lo scopo è chiaro, fornire strumenti e acquisire competenze pratiche da poter utilizzare in concreto.

Ad ospitarci,  il Centro Universitario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti,  che ci ha permesso di svolgere la prima parte del corso che proseguirà con la formazione a distanza per un totale di 30 ore.

Nella mattinata anche l’intervento di Alessandro PalazzottiPresidente di Special Olympics per portare un contributo importante sul ruolo centrale della formazione sportiva.

Per approfondire le tematiche consulta il programma: corso postura attività fisica e sport

Libretto tecnico BUDOPASS

8 Maggio 2017 at 13:31

Si allega lettera del Presidente Nazionale prof. Luigi Musacchia concernente l’istituzione del libretto tecnico BUDOPASS ed il relativo modulo di richiesta.

BUDOPASS – lettera Presidente

BUDOPASS – Allegato 1

La continuità didattica, Basso: «Un’iniziativa da ripetere in tutti gli istituti»

15 Aprile 2017 at 8:16

Si è svolta sabato 8 aprile presso la scuola secondaria di 1° grado Terzo Drusin la prima lezione del corso “La continuità didattica, dall’alfabetizzazione motoria allo sport per tutti” tenuta dal prof. Giorgio Renato Visintin, docente nazionale CONI per la metodologia di insegnamento e allenamento, nonché docente all’Università di Firenze.

Il percorso, proposto dalla Libertas Nazionale e organizzato con la collaborazione fra la dirigenza scolastica e la Polisportiva Villanova Libertas, punta al miglioramento dei percorsi di inclusione e integrazione nella scuola, al rinnovamento di azioni curriculari per lo sviluppo delle competenze degli insegnanti, e all’approfondimento di specifiche competenze per la valutazione degli studenti, attraverso un’attenzione agli aspetti dell’attività motoria, come a quello della comunicazione con gli alunni.

La prima articolata lezione del Prof. Visentin, che ha coinvolto una ventina di docenti di tutte le materie al fine di potenziare gli effetti positivi dell’entrare in sintonia e in empatia con i ragazzi, anche attraverso il linguaggio corporeo, ha riguardato i principi guida per un corretto avviamento alla pratica sportiva e le strategie più efficaci per l’apprendimento nei ragazzi.

Era presente anche il professor Alessandro Basso, consigliere delegato all’istruzione del Comune di Pordenone, che oltre a portare i saluti dell’amministrazione è rimasto così impressionato dalla lezione da proporre al professor Visentin di replicare l’intervento anche per altri insegnanti ed altri istituti pordenonesi.

Gli insegnanti sono molto soddisfatti – ha commentato Silvia Burelli, responsabile del corso all’interno dell’Istituto – Ci sentiamo di ringraziare Edoardo Muzzin che ci ha stimolati ad aderire a questa opportunità offertaci dalla Libertas e il professor Visentin

Il secondo incontro si svolgerà al Palazen sabato 6 maggio e sarà una lezione pratica a cura del prof. Paolo Seclì, formatore di docenti ed educatori sportivi per il MIUR-CONI e docente di Attività motoria dell’età evolutiva presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Corso di formazione “La continuità didattica: dall’alfabetizzazione motoria allo sport per tutti”

4 Aprile 2017 at 13:49

La continuità didattica, parte da Pordenone Sud il corso di formazione per docenti

Si terrà sabato 8 aprile dalle ore 9.00 alle ore 13.00 il primo incontro del corso di formazione “La continuità didattica: dall’alfabetizzazione motoria allo sport per tutti” rivolto ai docenti delle scuole di tutti e tre gli ordini scolastici dell’Istituto Comprensivo Pordenone Sud.

Il percorso, proposto dalla Libertas Nazionale e organizzato con la collaborazione fra la dirigenza scolastica e la Polisportiva Villanova Libertas, punta al miglioramento dei percorsi di inclusione e integrazione nella scuola, al rinnovamento di azioni curriculari per lo sviluppo delle competenze degli insegnanti, e all’approfondimento di specifiche competenze per la valutazione degli studenti.

Il corso, che prevede non solo un’attenzione agli aspetti dell’attività motoria, ma anche all’interazione con i ragazzi a livello di comunicazione, coinvolgerà una ventina di docenti di tutte le materie che intendono potenziare gli effetti positivi dell’entrare in sintonia e in empatia con i ragazzi, anche attraverso il linguaggio corporeo.

La prima lezione sarà tenuta dal prof. Giorgio Renato Visintin, docente nazionale CONI per la metodologia di insegnamento e allenamento, nonché docente all’Università di Firenze, presso la scuola secondaria di 1° grado Terzo Drusin in Via Vesalio 11 a Pordenone.

Il secondo incontro si svolgerà al Palazen sabato 6 maggio e sarà una lezione pratica a cura del prof. Paolo Seclì, formatore di docenti ed educatori sportivi per il MIUR-CONI e docente di Attività motoria dell’età evolutiva presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

A questi due appuntamenti si aggiungono 20 ore di formazione a distanza e un’ultima fase in cui sarà realizzato un Project Work calato sulla realtà di provenienza, da realizzare con le classi nell’anno scolastico in avvio.

«Per noi è una grande opportunità – ha commentato Silvia Burelli, responsabile del corso all’interno dell’Istituto – perché è la prima volta che gli insegnati possono ricevere una formazione così specifica e funzionale».

Formazione – Inaugurazione anno formativo 2017 della Scuola Regionale Libertas di formazione sportiva del Piemonte

31 Gennaio 2017 at 13:38

Esperienza, entusiasmo, educazione. Potremmo simbolicamente definirla la regola delle tre E o, più semplicemente, un modo diverso da quelli abituali per sintetizzare i principi ispiratori con cui la Scuola Regionale Libertas di formazione sportiva del Piemonte ha affrontato l’anno formativo 2017, inaugurato il 23 gennaio scorso a Rivoli (Torino), senza eccessive pretese innovative ma al tempo stesso con la necessaria consapevolezza che anche le piattaforme programmatiche più collaudate, per continuare a risultare efficaci, devono costantemente aggiornarsi ed evolversi.

Cominciamo dall’esperienza, quella che la Scuola Regionale piemontese è in grado di garantire ai propri allievi in virtù d’un cammino cominciato nell’ormai lontano 1981, quando la struttura venne fondata e intitolata a Beppe Gilardi (una delle colonne portanti dell’apparato dirigenziale Libertas dell’epoca), e progressivamente costellato dai riconoscimenti che la Scuola stessa ha ottenuto, nell’ambito della Libertas Nazionale ma anche all’esterno, ad esempio da parte della Regione Piemonte e del CONI con il quale, nel 2010, ha firmato un protocollo d’intesa fondamentale per il significato qualitativo della propria attività. E’ infatti grazie anche, se non soprattutto, al percorso avviato in quella circostanza che, chi frequenta con successo i corsi di formazione Libertas, entra in possesso di “brevetti” riconosciuti dal Sistema Nazionale delle Qualifiche dei Tecnici Sportivi (SNaQ) del CONI – Scuola dello Sport e in quanto tali validi anche al di fuori dell’Ente: particolare questo d’importanza basilare per valutare l’opportunità di sbocchi professionali che simili corsi sono in grado di offrire.

Passiamo all’entusiasmo, quello che si leggeva negli occhi di molti degli allievi presenti all’inaugurazione dell’anno formativo ma anche nelle parole di chi si trovava invece dall’altra parte del tavolo, a rappresentare l’apparato politico-dirigenziale della Scuola. C’è del resto, ormai da tempo, una robusta continuità generazionale fra le due componenti, perché molti degli attuali elementi-guida della Libertas piemontese, sia a livello di corpo docenti sia dal punto di vista organizzativo, hanno cominciato la loro crescita sportiva partecipando, in un passato più o meno recente, proprio a questi corsi di formazione e negli anni sono stati capaci di raffinare conoscenze e attitudini: facendo tesoro delle nozioni acquisite ma senza perdere quell’entusiasmo dei primi giorni che sovente è la medicina più importante, nello sport come nella vita, per superare i momenti più delicati.

Concludiamo con l’educazione, quella alla formazione sportiva: che è molto di più di un per quanto prezioso vademecum didattico. Come si può evincere anche dall’intervento con cui il coordinatore dell’area medico-psicopedagogica e disabilità della Scuola, il dott. Daniele Turini, ha aperto le lezioni dell’anno formativo 2017 analizzando le problematiche fisiche e relazionali legate all’insegnamento, per diventare dei buoni istruttori bisogna infatti apprendere e attivare tutta una serie di conoscenze, nell’ambito delle quali quelle tecniche sono sì essenziali ma da sole non sempre sufficienti. Discorso questo che vale per tutte le specifiche didattiche e in particolare per l’attività sportiva con i disabili, un settore nel quale la Libertas piemontese è più che mai decisa ad ampliare ulteriormente il suo già significativo impegno. Lo ha ribadito a chiare lettere anche il presidente del Centro Regionale, la dott.sa Enrica Lanza che, nell’aprire i lavori della serata, ha posto l’accento sulla collaborazione portata avanti in vari campi con l’Istituto Scolastico Romero di Rivoli e sull’attività, a essa collegata, effettuata presso la piscina Bonadies gestita dalla Libertas.

Del resto, senza nulla togliere all’importanza di tutti i corsi proposti dalla Scuola, quello per educatore sportivo di base in disabilità può esser per certi versi considerato il “piatto forte”, proprio per la competenza accumulata negli anni dal personale impegnato in questo settore. Non a caso, come sottolineato all’interno del suo ampio e articolato intervento dal Responsabile Nazionale Dipartimento Formazione Libertas, il prof. Fulvio Martinetti, le qualifiche rilasciate dalla Scuola per questo tipo di attività vengono riconosciute e apprezzate anche dal Comitato Italiano Paraolimpico. Ma l’intero “pacchetto didattico”, come dicevamo, merita risalto e attenzione: c’è spazio per i corsi più classici, come quelli per istruttore di nuoto e istruttore di pallavolo, per le nuove figure professionali emergenti, tipo l’operatore sportivo di base e il promotore sportivo di disciplina e per le realtà in rapida espansione, ad esempio l’istruttore di nordic walking, la camminata nordica da effettuare con appositi bastoncini.

Insomma, un menù completo e originale: esperienza, entusiasmo, educazione. Sì, la regola delle tre E sembra davvero funzionare…

NUOVO REGOLAMENTO ARBITRALE

17 Gennaio 2017 at 21:31

In questo breve allegato la Fijlkam riassume le novità arbitrali dopo il seminario di BAKU:

Seminario Baku – Nuove Regole Arbitrali 2017_2020

Kano

12 Dicembre 2016 at 14:52

Kano considered judo training to be an aid to the student’s educational aspirations.  His ultimate ambition was to produce students of fine character, so that they would in future become useful, educated citizens and thus benefit society. 

THE ETHOS OF JUDO

‘The purpose of judo is to perfect oneself physically, intellectually and morally for the benefit of society.’

Professor Jigoro Kano (1860-1938)

(The Father of Judo, Kodansha International, 2000)

(IL Padre Del Judo, Edizioni Mediterranee, 2005)

(Judo Memoirs of Jigoro Kano, Trafford Publishing, 2008, 2014)

(Memorias de Jigoro Kano, Editora Cultrix, 2011)

JIGORO KANO’S
1936 VISIT TO
SEATTLE DOJO
by
Brian N. Watson

Before the great expansion in air travel that started in the 1950s, most passengers journeyed overseas on ocean liners.  One of the ships that often sailed the Japan – U.S.A. routes was NYK Line’s workhorse the Hikawamaru.  This cargo-passenger liner reportedly made the two-week trip between Yokohama and the then gateway to the US, Seattle, 254 times between 1930 and 1960 when she was finally decommissioned and became a floating restaurant and later refurbished (2006-2008) and reopened as an Important Cultural Property permanently moored at the port of Yokohama.  Professor Jigoro Kano, who made some 13 extended overseas trips in his lifetime, on occasions voyaged on the Hikawamaru, as did many other celebrities of the day.

The Seattle Judo Club, established in 1902, was reportedly the very first judo dojo to open on US soil.  Jigoro Kano (1860-1938) seated in the centre of this photograph, called at this dojo twice, once in 1936 and again in 1938.

After attending the International Olympic Committee meeting held in Cairo, Egypt, in 1937, he later visited several European cities, then New York, Seattle and finally Canada.  On April 23, 1938 Kano headed home and left Vancouver Harbor on the Hikawamaru, which was scheduled to arrive at Yokohama on May 6.  However, he did not live to see his homeland again.  En route, at the age of 77; he succumbed to pneumonia and died on this vessel on May 4, 1938.

Brian N. Watson
Tokyo
30 October 2016

 

References:      (The Father of Judo, Kodansha International, 2000)
(Judo Memoirs of Jigoro Kano, Trafford Publishing, 2008)
Seattle Judo Club photograph courtesy of Ken Morinaka

 

Kano considerava l’allenamento del Judo come supporto alle aspirazioni educative degli studenti.

La sua aspirazione era quella di produrre studenti di carattere, che in futuro potessero diventare cittadini utili ed educati e pertanto di beneficio per la società.

IL TEMPERAMENTO DEL JUDO

L’obiettivo del Judo è quello del perfezionamento fisico, intellettuale e morale della persona a beneficio della società.
Professore Jogoro kano (1860-1938)

VISITA DI JIGORO KANO NEL 1936 AL DOJO DI SEATTLE

Da Brian N.Watson

Prima dell’inizio dell’espansione del trasporto aereo iniziata negli anni 50, la maggior parte dei passeggeri viaggiavano oltremare attraverso le linee oceaniche.

Una delle navi impiegate sulla rotta USA-Giappone era il cavallo di battaglia della NYK, la Hikawamaru.

Questa nave mista, cargo e passeggeri, era impiegata nella traversata della durata di due settimane fra Yokohama e quella che era allora la porta d’ingresso agli USA, Seattle.

La nave fece 254 viaggi fra il 1930 ed il 1960, anno in cui venne dismessa diventando un ristorante galleggiante.

Ristrutturato poi fra il 2006 ed il 2008 diventò poi un’attrazione culturale, rimanendo all’ancora nel porto di Yokohama.

Il professor Kano fece 13 viaggi oceanici nel corso della sua vita, ed in diverse occasioni viaggiò sulla Hikawamaru, così come fecero altre celebrità del tempo.

Il Judo Club di Seattle, aperto nel 1902, fu il primo dojo di judo inaugurato in suolo americano.

Jigoro Kano, seduto al centro della foto, visitò due volte il dojo, nel 1936 e nel 1938.

Dopo aver visitato il Comitato Olimpico Internazionale a El Cairo, Egitto, nel 1937, fece poi visita a diverse città europee per approdare poi a New York, Seattle e finalmente il Canada.

Il 23 aprile 1938 Kano ripartì  verso casa lasciando il porto di Vancouver a bordo della Hikawamaru, che sarebbe dovuta arrivare a Yokohama il 6 Maggio.

Purtroppo non visse abbastanza per rivedere la sua terra di nascita, durante il viaggio, precisamente il giorno 4 maggio 1938, all’età di 77 anni morì a causa di una polmonite.

Brian N.Watson

 

Testi Maestro Carmeni

14 Giugno 2016 at 8:35

Molti di Voi hanno chiesto quali altri testi sono disponibili del Maestro Bruno Carmeni, pertanto abbiamo pensato bene di darti una lista attualizzata.

Altri Testi Disponibili del Maestro Bruno Carmeni Pdf

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