Gran Galà KSDK – Il Kyu Shin Do Kai compie trent’anni

20 Maggio 2015 at 7:57
da: http://www.ksdkparma.it/

Mercoledì 13/05/2015 il Kyu Shin Do Kai Parma si è mostrato in tutto il suo splendore raccogliendo oltre 250 persone alla Serata di Gala svoltasi all’Hotel Parma & Congressi per celebrare i Trent’anni delle nostra Scuola.

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L’evento si è aperto alle ore 19.00 con l’aperitivo nel giardino interno dell’hotel, dove i nostri ospiti hanno avuto modo di scambiare quattro chiacchiere e farsi immortalare in una foto ricordo della serata con lo striscione del Trentennale sullo sfondo. A inizio serata sono passati per un saluto l’imprenditore Nicola Bertinelli e il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza ColonnelloSalvatore Russo.

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Quando tutti gli ospiti si sono accomodati ai tavoli il Presidente Francesco Rasori ha preso la parola ringraziando tutti presenti ed in particolare il M° Fausto Taiten Guareschi, 2° Abate del Tempio Fudenji, che nel lontano 1973 fondò la Scuola Kyu Sin Do Kai a Fidenza gettando per primo “il seme” di questa crescita che ci auguriamo non abbia mai fine.

Successivamente la parola è passata al Maestro Luigi Crescini, che ha colto l’occasione per presentare le autorità a partire dal Sindaco di Parma, nonché ex-allievo del KSDK, Federico Pizzarotti, il M° Franco Capelletti, Vicepresidente EJU e Vicepresidente Nazionale FIJLKAM con i due consiglieri Giovanni Strazzeri, (settore Judo) e Gianni Morsiani (settore Lotta), e  il Colonnello Vincenzo Parrinello, Comandante dei Gruppi Sportivi Fiamme Gialle e Vice Presidente Feder Atletica. “Insieme a lui” ha continuato il Maestro, “abbiamo il piacere di avere con noi anche Roberto Ghiretti consigliere comunale e CEO dello Studio Ghiretti che ha avuto un ruolo fondamentale per la nostra Società come assessore Assessore allo Sport del Comune di Parma fino al 2012, l’attuale l’Assessore allo sport Giovanni Marani, infine l’ex Presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli el’Assessore allo sport del comune Torrile Giorgio Faelli”. Per l’occasione inoltre sono arrivati a Parma anche altri rappresentanti federali come Antonio Amorosi, Presidente del Comitato Regionale FIJLKAM, Giuliano Gibertoni, Vicepresidente del Comitato Regionale settore Judo, Laura di Toma, Maestro Federale e allenatrice della Nazionale U17, e Daniele Guerra, Direttore Tecnico Regionale. Un saluto e un ringraziamento è stato fatto anche a Gianni Barbieri, Delegato Provinciale CONI, al presidente del CUS Parma Michele Ventura, al quale facciamo un augurio speciale per i CNU 2015 in programma a Salsomaggiore questa settimana, a Edoardo Muzzin, Consigliere Nazionale Libertas, a Donato Carlucci, Presidente Provinciale Finanzieri e a Corrado Cavazzini, Presidente dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport Sez. di Parma.

Non sono mancati Maestri, e amici, importanti come Alfredo Vismara, personalità di riferimento del Judo Italiano che ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita della nostra Scuola, e il M° Roberto Rubini del KSDK Fidenza. Un saluto è andato anche ai compagni di pratica i Mi Marco Paulan e  Luciano Baderna, nostro attuale insegnante di Karate che insieme a Calzetti Simone, Coppi Gianluca e Vescovi Luca (Aikido), Federico Biancardi (Ju-jutsu), Davide Pissarotti (Tai-chi), Filippo Delsante (Ginnastica) e Federica Laferla (Ginnastica Correttiva) fanno parte degli insegnanti della bostra sede. Il Maestro ha ringraziato poi gli amici Giuseppe dello Russo, Presidente del Circolo Punto Blu Monticelli, Brevini Nuccia e Grassi Dino della Polisportiva Lanzi Colorno, con i quali collaboriamo per i nostri corsi esterni. È stato nostro gradito ospite anche l’editore Antonio Battei e ilCaporedattore Sportivo della Gazzetta di Parma Paolo Emilio Pacciani.Infine uno speciale ringraziamento va al nostro Preparatore Atletico Angelo Padovani, a Enrica Salti, e all’avvocato Antonio Bertora e ai molti altri graditi ospiti che non abbiamo menzionato.

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Terminati i saluti di rito, il M° Crescini ha ricordato la natura autocelebrativa della serata. Dal 1985, quando ha fondato il KSDK PARMA nel primo Dojo in via Trieste, sono passati 30 anni, e molti dei presenti probabilmente non erano ancora nati, da qui la necessità di rievocare i “bei tempi” con un video montato da Michele Tiberti in collaborazione con i membri dello Staff. Le immagini raccontano l’evolversi della struttura, i primi due Dojo seguiti poi dall’ultimo di Moletolo intitolato nel 2011, unico in Italia, Casa del Judo “Jigoro Kano”. Il KSDK è qui oggi grazie alla caparbietà e alla determinazione di un gruppo di persone che non si sono arrese alle difficolta, di qualsiasi natura esse fossero. Molte di quelle persone sono presenti questa sera nonostante le vicissitudini della vita, un esempio su tutti l’amico Dario Mussel; altri non hanno potuto essere con noi perché lontani o perché purtroppo ci hanno lasciato come il Prof. Renato Ferrari, M° di Aikido e Presidente per i primi avventurosi 10 anni una persona di assoluta rilevanza per noi e la nostra storia. Per concludere il M° Crescini ha rivolto uno sguardo e soprattutto una sfida per gli anni a venire perché è importante il passato, ma bisogna sentirsi nel presente per progettare il futuro.

In questi anni il KSDK è diventato una “mini-azienda” non nel senso commerciale del termine, ma in quanto realtà presente con continuità sul territorio che offre servizi, benessere alla comunità e soprattutto opportunità di lavoro per i giovani che vi si formano. Con queste parole il nostro D.T. ha lanciato il video che ha trasportato tutti i presenti in un turbine di ricordi ed emozioni al termine del quale un evidentemente commosso Federico Pizzarotti ha voluto prendere la parola. Dopo la visione del filmato, il Sindaco di Parma ha descritto l’emozione scatenatagli da questo “viaggio nel tempo” e si è detto onorato di essere presente alla serata, ringraziando non solo per l’invito a questo grande evento, ma anche per aver avuto l’occasione di rivivere un’importante parentesi della propria vita, sottolineando ulteriormente il suo grande apprezzamento per il lavoro che il Kyu Shin Do Kai ha svolto e messo in mostra in questi tre decenni.

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Anche il M° Taiten Guareschi ha voluto poi aggiungere qualche parola soffermandosi sulle origini del nome Kyu Shin Do Kai, rendendo i presenti partecipi delle più profonde radici su cui essa si basa.

Al termine di questo breve discorso, l’arrivo dei primi ha dato il via alla cena. Successivamente il Vicepresidente Lucia Rubini è salita sul palco inaugurando lo spazio dedicato alle premiazioni. I primi a ricevere la Targa del Trentennale sono stati Claudio Bergnoli, Emilio Quarantelli e Feliciano Perri, gli allievi più anziani del KSDK, testimoni fin dal principio della crescita e del lavoro svolto dalla nostra Scuola.

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In seguito è stato premiato anche l’Architetto Giacinta Manfredi, artefice e collaboratrice della progettazione e della ristrutturazione della sede di via Palermo, in rappresentanza di tutte le figure professionali che negli anni ci hanno aiutato come ad esempio l’ingegnere Roberto Cantoni, direttore dei lavori per la struttura di via Annedda.

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Conclusa la premiazione, è salita sul palco Derna Palmisano, una tra le prime judoka di punta della Scuola nonchè una dei nostri primi insegnanti, oggi coordinatrice della Settore Giovanile e responsabile dei corsi di Colorno alla Polisportiva Lanzi e a Collecchio con il Galaxy. Derna ha esordito ringraziando il suo primo Maestro, Dino Grassi, e il suo attuale Maestro,  Luigi Crescini, per tutto il lavoro fatto ed il supporto ricevuto durante tutti i suoi anni di pratica. Ha proseguito riportando alla luce numerosi aneddoti delle sue prime esperienze judoistiche, incentrandosi sull’importanza che “l’andare in palestra” ha avuto nella sua vita e di come la sua famiglia l’abbia sostenuta ed incoraggiata durante tutto il percorso da lei fatto.

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Per rimanere in tema di riconoscimenti, il M° Giovanni Strazzeri a sorpresa, ha voluto consegnare al nostro Presidente un regalo come segno dell’intensa collaborazione che ha visto protagonisti il Kyu Shin Do Kai e il Dynamic Center di Gravina, negli ultimi anni.

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Infine un altro premio inaspettato  è arrivato da Muzzin Edoardo, Consigliere Nazionale Libertas, che ha consegnato al nostro Vicepresidente Lucia Rubini la medaglia coniata per i 70 anni di Libertas e in occasione del gemellaggio con EXPO 2015.

All termine di questo momento e’ stata presentata l’ultima parte del video, servita come trampolino per l’intervento di Francesco Cugini, il quale, prendendo spunto dalla rievocazione del passato ha lanciato uno sguardo di sfida al futuro, introducendo il progetto Kyu Shin Do Kai DOP.

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Lasciato poi il palco a Clara Serrao di Alma Group, nostra collaboratrice e consulente, è toccato a lei , infatti, presentare il progetto  nei dettagli. Clara ha iniziato il suo discorso ringraziando gli Sponsor della serata Maria Cristina Mazza e Alberto Pirovine di Banco Popolare filiale di Carpi, Larini Massimiliano dell’Officina M.C. e Matteo Azzali del Training Day.  Ha proseguito poi illustrando e mostrando al pubblico i requisiti e il percorso che i nostri allievi dovranno intraprendere, in modo tale da poter essere inseriti nel mondo del lavoro, conciliando la vita da atleta di alto livello con la propria carriera studentesca. Clara ha sottolineato, poi, l’importanza e la qualità del capitale umano di cui disponiamo e che dobbiamo reinvestire al meglio, per valorizzare non solo le persone ma anche il nostro stesso territorio. Una grande sfida che il KSDK ha deciso di intraprendere,  migliorando il precedente Progetto Università del Judo, creando un’iniziativa nuova ed ambiziosa.

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Si è passati quindi al fatidico taglio della torta per mano del Presidente, mentre su tutti i monitor della sala veniva proiettato un video, realizzato completamente dallo Staff, che ha mostrato al pubblico le “facce” degli attuali protagonisti di questa Scuola quando per la prima volta, o quasi, si sono avvicinati al Judo, un modo divertente per evidenziare il cambiamento dei nostri allievi e per presentare gli atleti più giovani, vero futuro del Kyu Shin Do Kai.

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La serata si è conclusa con i saluti di tutti i partecipanti che ringraziamo calorosamente. In particolare, come sempre, un grandissimo riconoscimento va’ ai NOSTRI GENITORI che sebbene a volte sembrino “invisibili” sono il vero scheletro del KSDK. Senza il loro supporto e la loro condivisione, la loro pazienza e la loro fiducia , infatti, sarebbe impossibile fare ciò che facciamo e crescere,  portando avanti il nostro progetto.

Il primo Galà KSDK è stato un grande successo, il giusto coronamento di questi primi 30 anni della nostra Scuola. Ieri è stata una bellissima occasione per riunirsi attorno ad un tavolo, ricordare il passato e progettare il futuro dando il giusto peso a coloro che hanno creduto in questa Scuola ed al lavoro che essa svolge. Grazie ancora a chi ha vissuto con noi questo momento all’insegna dell’emozione e della passione, che insieme allo spirito KSDK e alle persone che lo condividono, hanno reso possibile questa bellissima serata.

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21° Campionati Nazionali Libertas di Judo

19 Maggio 2015 at 21:00

Pordenone 6-7 Giugno 2015
Quest’anno sarà un campionato dei RECORD! Infatti sono previsti più di 800 atleti con circa 2.000 atleti gara, visto la possibilità che ogni atleta può partecipare a più di una gara
Questo boom è dovuto alla messa rete di molte associazioni Libertas di tutta Italia, che partecipano al PROGETTO JUDO LIBERTAS 14 RAGIONI seguito dal Consigliere Nazionale Muzzin Edoardo.
La formula stimolante che prevede il titolo di SUPER CAMPIONE NAZIONALE LIBERTAS , dove i partecipanti possono gareggiano nelle 3 prove: gara di lotta a terra – gara di lotta in piede e gara di Kata. la somma dei risultati delle tre specialità determinano l’aggiudicazione del titolo nazionale.
DIAMO I NUMERI: Sono già pre-iscritti dalla Sicilia circa una 20 di atleti, dalla Campania Calabria Basilica Puglia Abbruzzo e Molise circa 150 atleti, Lazio una decina, Emilia Romagna sarà rappresentata da 20 atleti, 50 atleti dalla Liguria e dalla Lombardia, 100 dal Piemonte, ed infine la rappresentanza del Triveneto con più di 400 atleti .
Si può parlare di edizione record , visto che nell’edizione del 2013 a Egea Mare erano presenti circa 320 atleti e nella XX° edizione svoltasi a Pordenone del 2014 erano presenti in 640 atleti.
Agli atleti si aggiungono i 30 ufficiali di gara e ben 60 volontari.

AL VIA LE ISCRIZIONI AL PUNTO SPORT DELLA POLISPORTIVA VILLANOVA JUDO LIBERTAS.

16 Maggio 2015 at 11:32

Anche quest’anno la polisportiva villanova propone il PUNTO SPORT che inizierà il 15 giugno e terminerà il 31 luglio . Molte saranno le attività proposte dai nostri qualificati animatori sportivi   come Calcio, Pallavolo, Pallamano, Bocce ,Judo-Rugby, Rugby, Dodgeball, Baseball, Judo, Sumo, Baby-Scherma, Mini-Tennis, Percorsi Ludici, Bicicletta, Braccio di Ferro, Nuoto, Arrampicata, Ballo, Canoa, Atletica(Corsa, Resistenza, Andature, Ostacoli, Lancio del Peso, Salto in Alto, Saluto in Lungo), ma ogni tanto accompagnate anche da attività puramente ludiche (Caccia al Tesoro), culturali e manuali.

La scelta della Polisportiva di mantenere il numero degli iscritti tra i 40-45 è stata nel tempo sicuramente vincente consentendo di creare un ottimo rapporto tra piccoli utenti e preposti.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI.

ISCRIZIONI IN SEGRETERIA TUTTE LE MATTINE E LUNEDI’ E VENERDI’ POMERIGGIO DALLE ORE 16:00 ALLE ORE 19:00.

TEL: 0434 570869

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Sport modello di vita e avamposto di legalità

16 Maggio 2015 at 11:30

“IL MODELLO MADDALONI: SPORT MODELLO DI VITA E AVAMPOSTO DI LEGALITÀ”

Pordenone 21 aprile

Il maestro Gianni Maddaloni della Judo Star Napoli di Scampia sarà ospite a Pordenone. Sempre attento alle problematiche della società civile ed in particolare del mondo dei bambini, Maddaloni offre la propria esperienza come tecnico in uno dei quartieri più disagiati di Napoli, Scampia. Oggi la società da lui fondata è una delle organizzazioni sportive più prestigiose a livello agonistico e più impegnate a livello sociale. In particolare il “modello Maddaloni” rappresenta un interessante case study per quel che riguarda la presa in carico integrale della famiglia, e non solo del minore, in un contesto territoriale complesso e con situazioni di estrema fragilità economica e sociale.

Si è iniziato alle 9.30 con l’incontro di Gianni Maddaloni a Cinemazero con oltre 270 tra studenti degli Istituti superiori di Pordenone Pertini e Leo-Major, giovani del Consiglio comunale dei ragazzi del Comune di Pordenone in collaborazione con la associazione Eupolis di Porcia, e alunni delle scuole medie pordenonesi Pasolini e ex terzo Drusin.

Alle 15 “Tutti sul Tatami”, allenamento aperto rivolto ai ragazzi delle scuole primarie e delle medie dell’Istituito comprensivo Pordenone sud.

Ed infine alle 17.30 presso la Biblioteca di Pordenone Maddaloni ha incontrato operatori dei servizi, famiglie e cittadini.

La giornata, organizzata dalla Polisportiva Judo Villanova di Pordenone – che si ritrova in questi principi in quanto nata in un quartiere popolare all’epoca assai disagiato e che anche attraverso lo sport si è poi modificato – si inserisce all’interno delle celebrazioni per il 70° anniversario di fondazione Libertas, ente di promozione sportiva cui la Polisportiva è affiliata.

L’asse Pordenone-Scampia si è aperto già in passato con l’esperienza della Polisportiva Judo Villanova, che da anni collabora con il maestro Maddaloni, e dei Ragazzi della Panchina e con la visita del sindaco Claudio Pedrotti nel quartiere napoletano. Basta ricordare lo spettacolo teatrale “La legge è uguale per tutti”, frutto di una collaborazione tra l’Asl Na2Nord di Napoli e l’Ass n.6 di Pordenone, presentato proprio a Scampia e Afragola.

Un ponte che si consolida quello tra Pordenone e Scampia, per riflettere sulle buone pratiche nell’ambito delle politiche giovanili e sulle possibilità che lo sport e l’operatività di strada offrono in campo educativo, aggregativo e di prevenzione. Per valorizzare la portata e l’originalità delle reciproche esperienze, confrontandosi direttamente con chi da anni lavora positivamente e fruttuosamente in questo campo.

Ampio il partenariato coinvolto che vede in prima linea la Polisportiva Judo Villanova con il Comune di Pordenone, che ha concesso il patrocinio all’iniziativa, l’associazione I Ragazzi della Panchina e la Cooperativa sociale Itaca con il Progetto Genius Loci, il Progetto Top e il Progetto Pn-School e il Centro Nazionale Libertas.

maddaloni

Anoressia atletica

16 Maggio 2015 at 11:29

Il peso corporeo riveste un’importanza fondamentale in diverse discipline. Quando l’attenzione al peso degenera in ossessione si va incontro all’anoressia atletica, caratterizzata dalla triade dell’atleta

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Il peso corporeo rappresenta un fattore particolarmente rilevante in molte discipline sportiva e, per la maggior parte di esse, è stato messo a punto uno standard di peso che dovrebbe assicurare a ciascun atleta un peso ed una composizione corporea ideale per la prestazione ottimale. Tuttavia, un uso scorretto degli standard di peso ha portato a gravi eccessi: infatti, è stato dedotto che, se con un minimo calo ponderale si ottiene un lieve miglioramento della prestazione, un’importante riduzione del peso corporeo dovrebbe portare, di conseguenza, ad un miglioramento molto più notevole.

Un significativo calo di peso può avere serie ripercussioni, sia a livello organico sia dal punto di vista meramente prestativo; in particolare, il peggioramento della prestazione è dovuto alla sindrome da affaticamento cronico o alla sindrome da over-training, che colpiscono atleti cronicamente sottopeso e sottoposti ad un allenamento eccessivo, cui non corrispondono un’adeguata alimentazione ed un sufficiente periodo di recupero tra le varie sedute.

Entrambe le sindromi sono caratterizzate da:

  • Alterazione dell’appetito e perdita di peso, dovuti principalmente a squilibri endocrini ed ormonali; infatti, quando si verificano contemporaneamente una diminuzione della secrezione di aldosterone ed un aumento della produzione di cortisolo, i processi catabolici vengono fortemente stimolati. Ciò provoca, in breve tempo, l’esaurimento delle scorte energetiche di carboidrati e, di conseguenza, il ricorso alla degradazione delle riserve proteiche, che porta alla perdita di tessuto muscolare, quindi di massa magra
  • Depressione della funzione immunitaria, che espone l’atleta ad un maggior rischio di infezioni e malattie
  • Irritabilità ed irrequietezza
  • Difficoltà di concentrazione
  • Depressione

Quando l’importanza attribuita al peso degenera nell’ossessione, da parte dell’atleta, di raggiungere e mantenere un peso ritenuto ideale per la buona riuscita della prestazione, può instaurarsi undisturbo dell’alimentazione.

Tra gli sportivi, i soggetti più a rischio sono le donne, in particolare coloro le quali praticano determinate categorie di discipline, quali:

  • Discipline tecnico-combinatorie, come nuoto sincronizzato, pattinaggio artistico, ginnastica artistica e ritmica, bodybuilding e danza
  • Discipline di resistenza, come nuoto e corse di fondo
  • Discipline con categorie di peso, come lotta, pugilato ed ippica

La Dottoressasa Jorunn Sundgot-Borgen, specialista norvegese di scienza dello sport, ha sviluppato una terza categoria – accanto a quelle già esistenti di anoressia nervosa e bulimia nervosa – per l’alimentazione disordinata, denominata anoressia atletica; tale condizione è caratterizzata dalla cosiddetta “triade dell’atleta1:

  1. Alimentazione disordinata
  2. Amenorrea secondaria
  3. Disordini del contenuto dei minerali ossei

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La sindrome della donna atleta è principalmente dovuta ad uno sbilanciato apporto calorico rispetto al consumo energetico e, secondo alcuni studi, sarebbe indotta da un elevato coinvolgimento nell’attività sportiva. Inoltre, la spinta al dimagrimento e la pressione a ridurre la quota di grasso nella composizione corporea faciliterebbero, in soggetti vulnerabili, lo sviluppo di pratiche volte a modificare l’apporto calorico, da cui risultano abitudini alimentari profondamente alterate.

Lo sviluppo di pratiche alimentari anomale, finalizzate a conseguire un particolare assetto corporeo ritenuto ottimale per il conseguimento dell’eccellenza nella prestazione sportiva, può passare inosservato; per questo, il personale incaricato di supervisionare gli atleti ha l’obbligo di acquisire le necessarie competenze per poter riconoscere prontamente il disturbo e sapere come e dove indirizzare i soggetti che necessitano di un intervento specialistico

Fitness. Sport e figli: il decalogo del perfetto genitore

13 Maggio 2015 at 7:34

Un’attività sportiva ben supportata dagli adulti è fondamentale: evitate di essere tifosi, incoraggiate i ragazzi a migliorare. Ecco i consigli per essere la famiglia ideale

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Bambini scarrozzati avanti e indietro per allenamenti e gare, un continuo fare e disfare sacche, lavatrici e ferro da stiro in perenne movimento, per non parlare delle imbarazzanti domande che vostro figlio ogni tanto vi pone, dei rapporti non sempre idilliaci con gli altri genitori, dell’allenatore che lo fa giocare troppo poco o dell’arbitro che sembra ce l’abbia solo con lui. Situazioni che bene o male coinvolgono tutte le famiglie che hanno deciso di fare praticare un po’ di sport al loro amato virgulto, ma che non tutte vivono in maniera serena e costruttiva.

COMPETERE DIVERTENDOSI — Sono molti i genitori che devono imparare dai loro figli a vivere lo sport e l’agonismo in modo tranquillo, senza esasperazioni, divertendosi, e ricordando che si tratta sempre e comunque di una attività oltre che motoria, ludica. E’, infatti, è proprio così che la vive qualsiasi ragazzino o ragazzina in età preadolescenziale. La competizione, che fa parte della natura umana, è uno stimolo fondamentale per fare evolvere i piccoli in adulti, ma è il modo in cui questi ultimi la interpretano che, il più delle volte, è molto diverso: i bambini si affrontano in una gara per volta e, qualsiasi sia il risultato finale, la terminano per cominciarne un’altra, senza mai perdere la loro serenità e la piena consapevolezza dei loro limiti. Due qualità che spesso i genitori invece non posseggono.

IL GENITORE TIFOSO — Troviamo così quelli che, iperesigenti, tendono a spingere continuamente il figlio verso l’eccellenza, non perdendosi un allenamento o gara e alla fine, evidenziandogli solo tutti gli errori commessi. Conseguenza: il bambino accumulerà talmente tanta ansia e complessi di inferiorità, da chiudersi in se stesso e odiare lo sport che sta praticando. Poi ci sono quei papà e mamme che considerano il loro figlio un prolungamento di se stessi e si attendono quelle realizzazioni che non sono stati in grado di raggiungere loro. Il ragazzo, così costretto a identificarsi con l’immagine che i genitori hanno di lui, avrà grandi difficoltà a crearsi una propria identità. Poi ci sono altre due categorie genitoriali, quella dei ‘dominatori’ e degli ‘iperindulgenti’ che, pur essendo diametralmente opposte nei loro comportamenti, sono in grado di procurare gli stessi effetti negativi sulla personalità del proprio pargolo. I primi, molto severi, punitivi, assillano il figlio con minacce e continue sollecitazioni, spingendolo verso un rendimento sempre ottimale e verso l’ubbidienza e la sottomissione. I secondi, al contrario, troppo permissivi e iperprotettivi sono perennemente impegnati nello spianare la strada del loro piccolo da ogni tipo di ostacolo e difficoltà. Risultato: entrambe le situazioni svilupperanno un bambino con un Io debole, insicuro e bisognoso di continue conferme.

 

IL GENITORE IDEALE — Al contrario, un’attività sportiva ben supportata dal mondo degli adulti e in particolare dalla famiglia diviene uno degli strumenti più validi per riuscire a fare crescere i propri figli in un ambiente sano, dove vi sono delle precise regole da rispettare e in cui diritti e doveri valgono in egual misura per tutti, in cui i ragazzi sono continuamente spronati a migliorarsi, a mettersi alla prova, a sacrificarsi, se necessario, in nome del collettivo, ad assumersi delle responsabilità. Affinché tutto ciò si trasformi in una esperienza positiva i genitori devono essere presenti, ma occupando sempre uno spazio adeguato, mostrando stima e appoggio nonostante errori e limiti, incoraggiando a competere sulla base delle reali capacità. Ed ecco il decalogo del genitore utile al figlio e allo sport che pratica:

1. Rispetta le regole, gli avversari, il ruolo dei tecnici e le decisioni arbitrali
2. Non sottolinea mai una gara mal riuscita, evitando nel modo più assoluto rimproveri e ricatti
3. Se il bambino è scarso e fa più fatica degli altri, deve fargli comprendere che ciò che davvero conta non è il risultato nell’immediato, ma il processo di crescita continuo nel tempo.
4. Deve dimostrarsi interessato alle competizioni del figlio, evidenziando i miglioramenti, ma senza porre indebite pressioni
5. Deve far sentire la propria presenza nei momenti di difficoltà, sdrammatizzando gli aspetti negativi e promuovendo quelli positivi
6. Incoraggia il figlio a migliorare, facendogli capire che saper perdere è più importante che saper vincere, perché nello sport, così come nella vita, il più delle volte non si vince, ma che dopo una caduta è solo necessario rialzarsi
7. Deve aiutare il figlio a stabilire tappe e obiettivi realistici e adeguati alle sue possibilità
8. Stimola la sua autonomia e indipendenza, evitando di essere onnipresente e di decidere sempre su tutto
9. Offre un sostegno illimitato, improntato sull’approvazione o su una critica sempre costruttiva
10. Non interferisce nelle scelte tecniche e nelle relazioni con gli altri componenti del gruppo.

Mabel Bocchi

ALLENAMENTO ALLA FORZA NEGLI SPORT DI RESISTENZA

13 Maggio 2015 at 7:33

Come allenare la muscolatura per garantirsi prestazioni eccellenti negli sport di resistenza.

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Gli atleti degli sport di resi­stenza come la corsa, il cicli­smo o il tria­thlon, si sono tra­di­zio­nal­mente con­cen­trati sulla capa­cità car­dio­pol­mo­nare e hanno fatto fatica ad accet­tare l’importanza di avere muscoli forti e potenti. Negli ultimi anni, però, la scienza appli­cata allo sport ha però con­fer­mato l’importanza di alle­nare la forza anche negli sport di lunga durata. Si tratta di orga­niz­zare e pro­gram­mare l’allenamento secondo meto­di­che moderne che richie­dono tra l’altro meno tempo rispetto al tra­di­zio­nale alle­na­mento aerobico.

Con l’autunno fini­sce il periodo ago­ni­stico di molte disci­pline di endu­rance come cicli­smo e tria­thlon e l’inverno per­mette poi di get­tare le basi per la nuova sta­gione di com­pe­ti­zioni. Le moderne meto­do­lo­gie di alle­na­mento hanno intro­dotto come valore aggiunto l’utilizzo dell’allenamento della forza anche per le disci­pline pret­ta­mente aero­bi­che. Con­si­de­rate le diver­sità tra le tec­ni­che di alle­na­mento della resi­stenza e della forza, visti i diversi effetti ed adat­ta­menti, vediamo alcune defi­ni­zioni per fare chia­rezza e per col­lo­care cor­ret­ta­mente la forza nella pro­gram­ma­zione dell’allenamento negli sport di resi­stenza.

I fat­tori deter­mi­nanti nella pre­sta­zione di endu­rance sono:

1) L’efficienza dell’apparato car­dio­re­spi­ra­to­rio;
2) L’attitudine dei muscoli a resi­stere alla fatica;
3) L’economia del gesto atle­tico per un rispar­mio ener­ge­tico;
4) La moti­va­zione e la forza di volontà in par­ti­co­lare nei lavori di lunga durata;
5) La tol­le­ranza a con­ti­nui cambi di ritmo tipici delle competizioni.

L’allenamento aero­bico è deter­mi­nante per il miglio­ra­mento del mas­simo con­sumo di ossi­geno (VO2 max) e per otti­miz­zare la pro­du­zione di ener­gia da parte dei muscoli. La forza, invece, intesa come quella capa­cità di vin­cere una resi­stenza con un impe­gno della musco­la­tura, è influen­zata da tre carat­te­ri­sti­che prin­ci­pali: le dimen­sioni del muscolo, la velo­cità degli impulsi neu­ro­mu­sco­lari, la capa­cità di reclu­ta­mento e coor­di­na­mento delle fibre musco­lari.

Le meto­do­lo­gie di alle­na­mento sport-specifiche si pos­sono divi­dere in forza mas­sima (alta inten­sità e breve durata), forza rapida o esplo­siva (mas­sima velo­cità del gesto atle­tico e resi­stenza alla forza (attra­verso la bassa inten­sità e tante ripetizioni).

Da un punto di vista fisio­lo­gico, sedute di alle­na­mento di forza che alter­nano diversi eser­cizi ad alta inten­sità con movi­menti esplo­sivi tipici della pesi­stica per un numero basso di ripe­ti­zioni, ma nel con­tempo bre­vis­simo tempo di recu­pero, si è dimo­strato che miglio­rano il VO2 max e la com­po­si­zione cor­po­rea a favore di un aumento della massa magra mas­si­miz­zando il rap­porto forza/peso. In pra­tica l’atleta deve soste­nere nel minor tempo pos­si­bile un numero pre­ci­sato di ripe­tute per cia­scun eser­ci­zio, ripe­tendo il cir­cuito per diverse volte (per una durata com­ples­siva di 20–40 minuti).

Le ricer­che hanno con­fer­mato che lavori di forza spe­ci­fici inci­dono posi­ti­va­mente sulla mec­ca­nica muscolo-scheletrica con effetto posi­tivo sul costo ener­ge­tico (miglio­rata eco­no­mia del gesto). L’allenamento com­bi­nato forza-endurance, con le meto­di­che sopra descritte, orga­niz­zato in ses­sioni di alle­na­mento che alter­nano lavori di forza ed aero­bici, è attual­mente con­si­de­rato il sistema migliore per otte­nere il mas­simo rendimento.

A Judo con Mamma e Papà

1 Maggio 2015 at 17:11
Il judo Libertas Opitergium trasforma l’oratorio di Lutrano in un vero e proprio Dojo per un giorno, e il progetto “A judo con mamma e papà” prende forma con una lezione dedicata alle famiglie. L’evento è stato apprezzato da tutti i partecipanti piccoli e grandi che si sono presentati per l’occasione e si è dimostrato così un vero successo. I bambini hanno potuto approcciarsi a questa nobile arte assieme ai propri genitori sfidandoli in una serie di giochi e combattimenti. I genitori sono riusciti così a vivere un’esperienza di gioco-sport assieme ai propri figli, condividendo un momento divenuto ormai raro visti i numerosi impegni che riempiono la vita di oggi. Un secondo momento è stato riservato ai ragazzi più grandi che sotto la guida dell’insegnante tecnico Alan Semenzin hanno potuto imparare alcune forme preacrobatiche e varie tecniche di judo. Nella parte finale dell’incontro i vari partecipanti si sono affrontati in vari combattimenti di Sumo dando forma ad un vero e proprio Torneo di Lotta Giapponese.

A volere la realizzazione di questo evento sono stati i volontari della associazione NOI che gestiscono l’oratorio e che hanno gentilmente allestito e offerto un rinfresco  a tutti i partecipanti, augurandosi che l’esperienza possa essere ripetuta l’anno prossimo

judo mamma e pap� lutrano

Quello che tutti i bambini ci chiedono – “Aiutami a fare da solo”

17 Aprile 2015 at 18:39

Aiutami a fare da solo!“, questo è quello che tutti i bambini chiedono, anche a te.

Ti sei mai accorto che anche tuo figlio te lo chiede? Magari non a parole, ma con i fatti, con la voglia che manifesta di fare tutto da solo e la rabbia che lo invade quando non viene lasciato libero di farlo.

Ogni bambino ha un profondo e vitale bisogno di indipendenza e, fin dalla primissima infanzia, desidera acquisire le abilità che lo renderanno sempre più autonomo. Aiutare i bambini a fare le cose da soli, dal vestirsi al lavarsi, dal versare l’acqua in un bicchiere al preparare piccoli spuntini, li porta ben presto sulla via dell’indipendenza.

In base alla loro età, i bambini possono essere molto d’aiuto nella vita domestica. Possono riordinare la loro cambretta, aiutare a tritare le verdure, rimediare a un pasticcio, spolverare, e aiutarci in molti modi mentre cuciniamo.

Che cosa può imparare a fare un bambino, guidato con amore dai suoi genitori?

Ad apparecchiare la tavola, decorarla con vasetti di fiori, portare il cibo ai commensali; possono imparare le buone maniere a tavola, a salutare con simpatia e gentilezza gli ospiti e a essere degli squisiti padroni di casa per chiunque venga a trovarli. I bambini possono imparare molto,divertendosi e sentendosi bene con se stessi; possono farlo se noi li aiutiamo con rispetto per la loro libertà.

I bambini che si sentono rispettati e sostenuti nel loro senso di competenza sviluppano uno stato di benessere emotivo molto più profondo rispetto ai bambini che vengono quasi idolatrati e messi al sicuro sotto una campana di vetro.

Insegnare a tuo figlio ad essere autonomo lo aiuterà non soltanto ad imparare a fare delle cose, ma anche a sviluppare un senso di calma, concentrazione, cooperazione, autodisciplina e autosufficienza, nella vita in famiglia e fuori.

Un bambino che può sentirsi utile e di valore per la vita in famiglia e negli ambienti sociali che frequenta, vive sicuramente in un terreno molto fertile per sviluppare una sana autostima.

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Naturalmente, gli adulti di riferimento hanno il dovere di essere per un bambino dei modelli positivi, e quotidiani, di autonomia e collaborazione al benessere di tutti. Abbiamo tutti il dovere di essere genitori equilibrati, propositivi, precisi, premurosi, attenti e generosi, al meglio delle nostre possibilità.

Secondo Maria Montessori: “L’essenza dell’indipendenza consiste nell’essere in grado di fare qualcosa per se stessi. Questa esperienza non è solo un gioco. È un lavoro che i bambini devono fare per crescere.”

Allacciare e slacciare bottoni, versarsi l’acqua da una piccola brocca, trasportare oggetti senza inciampare o farli cadere, vestirsi e svestirsi, raccogliere le briciole dal pavimento, lavarsi le mani e il viso…sono molti gli ambiti in cui un bambino può e vuole essere autonomo.

Quando iniziare a dare a tuo figlio “lezioni di indipendenza”? A qualunque età, nel momento in cui senti che tuo figlio è pronto per assimilarle, e desidera farlo.

Il modo migliore per sapere quando è il momento giusto è semplice: prestare attenzione a ciò che tuo figlio ti dice, non solo con le parole, ma con le azioni. Per esempio, arriva il momento in cui un bimbo prova a tenere in mano una tazza; quello sarà il momento giusto per iniziare a insegnargli come bere da solo.

Aiutare i bambini a crescere autonomi li aiuterà anche ad essere sicuri di sé e capaci di essere felici, ed è una grande dimostrazione d’amore da parte tua.

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Pordenone, 18 aprile: ‘1° Campionato italiano di yoga Asana’

17 Aprile 2015 at 18:39

Sabato 18 Aprile (inizio ore 15.30, ingresso libero) il ridotto del teatro Verdi di Pordenone terrà a battesimo il 1° Campionato italiano di yoga Asana, organizzato dalla neonataFederazione italiana yoga sport Libertas, costituitasi nella città capoluogo (ha sede in viale Lino Zanussi 6M) nella forma di Asd. Oltre ad atleti nazionali provenienti da diverse città e scuole (che si confronteranno nelle distinte categorie ragazzi, adulti e senior) l’evento avrà un respiro internazionale, ospitando esponenti di Paesi ancora privi di una federazione di riferimento.

Sono infatti attesi praticanti provenienti da Svizzera, Lettonia, Ungheria, Colombia, Perù e Argentina. Gabriella Buzzacchi (che dirige la scuola Bikram Yoga di Pordenone assieme al compagno Nicola De Simone) aprirà la manifestazione presentando la Federazione, le scuole e gli sponsor che hanno sostenuto il progetto, spiegandone gli obiettivi, ovvero posare il primo mattone di quello che vuole essere un vero e proprio festival della disciplina orientale, oltre che introdurla alle Olimpiadi. Ad animare ulteriormente la kermesse ci sarà l’intervento sul palco del campione mondiale 2007, l’americano (di origini vietnamite) Ky Ha, che si esibirà in una sequenza di asana, producendosi in gentili quanto naturali posizioni avanzate.

FIYS – Regolamento Sportivo

Per ulteriori informazioni si può contattare la e-mail info@bikramyogapordenone.it.

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