Antonio Mazzaglia eletto nuovo Presidente della Libertas Regionale Sicilia

12 Novembre 2014 at 20:04

Si è svolta a Palermo, presso il Centro Sportivo SPORTING VILLAGE, l’Assemblea Straordinaria della Libertas della Sicilia.

Alla prestigiosa carica, per il biennio 2014/2016,  è stato eletto Antonio Mazzaglia, esponente storico della Libertas catanese e dirigente della Pallacanestro.

L’Assemblea, è stata presieduta dal Presidente Nazionale Libertas, prof. Gino Musacchia,  che, portando il saluto del Centro Nazionale,  ha anche rivolto un vivo ringraziamento, per l’impegno profuso, al presidente uscente Cataldo Guarneri, dimissionario per motivi di salute.

Tra i presenti, anche il prof. Carlo Beninati, vice presidente del CONI Sicilia, che ha portato il saluto del presidente Sergio D’Antoni, ed esponenti dello sport siciliano.

Tra gli obbiettivi del nuovo Presidente, e del Consiglio Regionale, la promozione della pratica sportiva nella scuola dell’obbligo, con progetti mirati, ed in collaborazione con il CONI, con cui si avvieranno delle campagne contro l’obesità dell’adolescenza.

L’Italia, e più specificatamente la Sicilia, occupa il primo posto in Europa per il fenomeno del sovrappeso e dell’obesità nell’età scolare.

La crisi economica, in cui versa lo Sport siciliano dilettantistico, costringerà tutti gli operatori del settore a riformattare le metodologie di approccio alla pratica sportiva degli utenti primari ed a riqualificare, al livello formativo e professionale, la figura del Dirigente Sportivo.

In questo la Libertas Regionale sarà al passo con i cambiamenti della società.

Gli eletti del Consiglio Regionale: Bifaro Giuseppe e Badalucco Antonino di TP; Mangano Giuseppe e Ajello Felice di PA; Compagnini Marco Stefano di CT; Perna Biagio di RG;Di Salvo Davide di ME; Milano Francesco di EN e Palermo Riccardo di CL.

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Come funziona il nostro orologio biologico

7 Novembre 2014 at 21:20
Qual è l’ora in cui rendiamo al massimo sul lavoro? E quella più adatta per fare sport? Meglio una birra a pranzo, o a cena? A cosa è dovuto il colpo di sonno delle due? Un viaggio lungo 24 ore alla scoperta del nostro ritmo circadiano.

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Anche se il nostro stile di vita ci permette di prolungare la giornata fino a orari un tempo impensabili, sincronizzare i nostri bioritmi con la naturale alternanza di luce e buio è indispensabile per mantenere l’organismo in salute. A regolare il “ticchettio” del nostro orologio biologico interno è un gruppo di cellule cerebrali situato nell’ipotalamo, detto nucleo soprachiasmatico: esso riceve informazioni sulla luce esterna attraverso cellule fotosensibili presenti nella retina, e lavorando su un ciclo di 24 ore adatta i ritmi biologici del nostro corpo a quelli imposti dal susseguirsi di giorno e notte. Queste informazioni hanno ricadute a cascata sugli “orologi interni” degli altri organi, come quelli che governano l’attività di cuore e fegato, nonché quella cellulare. Ripercorriamo, fase per fase, i momenti salienti di una giornata tipo, e vediamo quale attività è meglio destinare a ciascuna fascia oraria, per rispettare i ritmi circadiani scanditi da questo orologio.

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Ore 6:00-8:59. Il corpo gradualmente si rimette in moto. La produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno, cessa, e aumentano i livelli di cortisolo, che induce nell’organismo uno stato di allerta. Per il cuore, è un momento critico: le coronarie sono ancora rigide e il sangue è particolarmente vischioso, un fatto che facilita la formazione di trombi. Il rischio di infarti è più alto del 40% rispetto al resto della giornata, e aumenta ulteriormente (+13%) di lunedì mattina, specialmente in inverno. Se infatti buio e freddo comunicano al nostro corpo che è ancora ora di dormire, le regole sociali impongono che ci si alzi per andare al lavoro. L’organismo è però ancora settato sulle 3 ore di sonno in più del weekend: il risultato è un “jet leg sociale”, uno sfasamento che favorisce obesità e tendenza a fumare, e ci lascia come se avessimo affrontato un volo transatlantico andata e ritorno in un fine settimana.
Cosa non conviene fare: attività fisica intensa.

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Ore 9.00-11.59. Il cortisolo raggiunge il suo picco e lo stato di concentrazione e attivazione dell’organismo è massimo. La temperatura corporea, che ha iniziato ad aumentare al risveglio, continua a salire fino a mezzogiorno, insieme alle prestazioni delle principali funzioni cognitive. È il momento migliore per svolgere le incombenze più impegnative della giornata: una mail importante, riunioni, progetti da chiudere, problemi da risolvere. La memoria a breve termine e la memoria di lavoro (quella che permette di adempiere a più compiti contemporaneamente) regalano grandi performance. È bene approfittare di questo stato di grazia, che durerà soltanto… fino alla pausa pranzo.
Cosa non conviene fare: dormire.

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Ore 12.00-14:59. L’attività digestiva avviatasi dopo il pranzo determina un generale senso di sonnolenza. Se ci siamo concessi un pasto ricco di carboidrati, zuccheri e grassi, la voglia di dormire può dipendere da una risposta del nostro sistema nervoso parasimpatico che, mentre il cibo transita nell’intestino, dice al nostro corpo di rallentare e concentrarsi sul processo digestivo. Gli alti livelli di glucosio nel sangue, inoltre, intervengono su particolari neuroni dell’ipotalamo, comunicando alle cellule di sospendere la produzione di orexina, una proteina indispensabile per mantenere il normale stato di veglia. Molti incidenti automobilistici, specialmente tra guidatori anziani, avvengono in questa fascia oraria, in cui chi ha la possibilità di farlo può concedersi una passeggiata o una breve siesta.
Cosa non conviene fare: assumere alcol: sommato al sonno e alle difficoltà digestive, potrebbe renderci più “brilli” che in altri momenti della giornata.

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Ore 15.00-17:59. Superato l’impasse pomeridiano, è il momento di concentrarsi sull’attività fisica. In questo momento della giornata, la temperatura corporea aumenta naturalmente, e cuore e polmoni raggiungono il massimo della loro efficienza: questi ultimi hanno una resa superiore del 18% alle 17.00 che a mezzogiorno. I muscoli sono più tonici del 6% rispetto al loro momento di peggiore resa: è bene dedicarsi allo sport o ai compiti che richiedono una buona coordinazione oculo manuale, come ai lavoretti di precisione da svolgere a casa o al lavoro. Molti sportivi sfruttano questo momento di massima resa fisica per allenarsi nelle performance che richiedono particolare impegno e per sfidare i propri limiti. Si tratta di un orario ottimale per godere dei benefici legati allo sport, senza rischiare di interferire con il riposo notturno.
Cosa non conviene fare: dormire.

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Ore 18.00-20:59. Dopo l’attività fisica sarete affamati, ma meglio optare per una cena leggera: mano a mano che si avvicina l’ora del riposo, fegato e intestino fanno più fatica a digerire grassi e zuccheri. È stato dimostrato che chi segue una dieta perde più peso se riserva il pasto principale all’ora di pranzo, preferendo una cena frugale. Studi sui topi hanno evidenziato che, a parità di calorie ingerite, chi mangia a orari regolari e nei momenti in cui l’organismo è più attivo si mantiene più sano di chi si nutre a piacimento e senza orari precisi, più incline a sviluppare diabete e obesità. Se ci si vuole concedere un piccolo drink, a quest’ora il fegato lo sopporterà meglio. Via libera anche al brainstorming: di sera, quando la fatica della giornata allenta i freni inibitori, si è più capaci di pensare fuori dagli schemi, e si partoriscono le idee più creative.
Cosa non conviene fare: grandi abbuffate.

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Ore 21.00-23:59. La ghiandola pineale del cervello comincia a secernere melatonina, un ormone che facilita l’addormentamento. La temperatura corporea inizia a scendere, ed è giunto il momento di infilarsi a letto: se nel test sui bioritmi siete risultati allodole, questo processo avverrà un po’ prima; se siete “gufi”, un po’ più tardi. Questo graduale “spegnimento” rischia di essere disturbato se ci si attarda a fare sport dopo cena. L’attività fisica fa aumentare temperatura e battito corporeo, e occorrerà più tempo prima che si riesca a prender sonno. Anche un’eccessiva esposizione a smartphone, tablet e pc rischia di tenerci svegli: la luce blu emessa dai loro schermi interviene sulla produzione di melatonina. Sì, per chi ne ha bisogno, ai farmaci per il cuore che contrastino l’accumulo di colesterolo nelle arterie, che verrà prodotto dal fegato proprio nelle ore notturne.
Cosa non conviene fare: sport faticosi, giocare con il cellulare.

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Ore 00:00-02:59. I livelli di melatonina sono massimi e il corpo è nella più profonda fase di riposo: in questo arco di tempo, il cervello si libera delle tossine accumulate durante il giorno e si prepara al carico di lavoro della giornata successiva. I ricordi si consolidano, e gli organi interni si rilassano. Anche per chi è sveglio, i livelli di allerta sono minimi: è in questa fascia oraria che avviene la maggior parte degli incidenti industriali nei turni notturni. I disastri di Chernobyl, Bhopal e della Exxon Valdez, tanto per fare alcuni esempi, sono avvenuti tutti durante turni di notte. Chi è costretto per molti anni a spostare il riposo per lavorare mentre il resto del mondo dorme (il 18% dei lavoratori europei) corre maggiori rischi di sviluppare cancro al seno, obesità, diabete di tipo 2, ictus e infarti.
Cosa non conviene fare: lavori che richiedano molta concentrazione.

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Ore 3.00-5:59. È ancora notte fonda e la temperatura corporea raggiunge i minimi rispetto al resto delle 24 ore. Le energie dell’organismo, liberate dal compito di mantenerci al caldo, sono dirottate su altri compiti, come quello della rigenerazione delle cellule dell’epidermide. Intanto, i livelli di melatonina iniziano a calare, per prepararci con lentezza e gradualità al momento del risveglio. È questa l’ora in cui statisticamente avvengono più parti naturali, probabilmente per un effetto combinato degli ormoni melatonina e ossitocina, o per una generale rilassatezza muscolare delle future mamme. Alcuni tipi di chemioterapie sono più efficaci in questa fascia oraria, quando le cellule cancerogene si dividono rapidamente, mentre le cellule sane sono meno attive e rischiano meno di essere danneggiate.
Cosa non conviene fare: attività fisica.

Come avrete ben capito con questa gallery, l’organismo funziona secondo ritmi dettati dall’orologio biologico interno. Ma ora si è fatta una nuova scoperta: gli orologi che regolano il comportamento della “macchina uomo” si trovano praticamente all’interno di ogni organo.
E il tempo è racchiuso nei geni. Anzi, nei “cronogeni”, parti del Dna che si mettono a funzionare solo a una data ora della giornata.

Postura

7 Novembre 2014 at 21:14

Cos’è la postura? L’idea della spazialità in relazione alla postura. Atteggiamento posturale: le cause. Il ruolo del Sistema Nervoso Centrale nel mantenimento della postura. I muscoli posturali. Il concetto di catena muscolare o cinetica

 

“Generalmente, la postura viene definita come la disposizione delle parti del corpo”. Kendall trae questa definizione di postura da una relazione del Posture Committee dell’American Academy of Orthopedic Surgeon.

Secondo De Col essa “altro non è che la posizione che il corpo assume… adattandosi e opponendosi all’azione della forza di gravità che lo schiaccia verso il suolo”.

Per postura si intende quindi il modo di atteggiarsi del corpo umano determinato dal suo apparato locomotore in opposizione alla forza di gravità, ergo la posizione del corpo nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei; da ciò si desume l’importanza di concetti come spazialità, antigravità ed equilibrio.

L’idea di spazialità è immediatamente successiva a quella di postura, che infatti è il rapporto del corpo nei tre assi dello spazio. Per quanto riguarda l’equilibrio esso va definito come il miglior rapporto tra il soggetto e l’ambiente circostante; ne deriva che il corpo, sia in statica che in dinamica, assume un equilibrio ottimale a seconda degli stimoli ambientali che riceve e del programma motorio che adotta.

Le funzioni antigravitarie dovrebbero essere attuate con il minor dispendio energetico: proprio l’aspetto “economico” della postura è quello che ne determina la qualità, in quanto essa è ritenuta efficiente quando permette di eseguire un movimento con il minimo sforzo. La postura inoltre si interseca con fattori neurofisiologicibiomeccaniciemotivipsicologici e relazionali.

L’atteggiamento posturale infatti, oltre a condizionare lo stato della muscolatura e delle articolazioni, può anche influenzare la qualità della respirazione, non consentendo agli organi preposti di lavorare in modo corretto, e può inoltre esprimere la personalità di una persona e il suo modo di porsi di fronte agli eventi; una persona stanca ed avvilita, per esempio, mostrerà le spalle cadenti, la schiena curva e la testa inclinata, mentre una persona che ha fiducia in se stessa e nella vita avrà un portamento eretto e nell’insieme più armonioso. Il vissuto di un individuo (determinato da stress, traumi fisici ed emotivi, posizioni professionali errate ripetute e mantenute nel tempo, respirazione scorretta, squilibri biochimici derivati da un’alimentazione non corretta) si riflette infatti nel portamento, e di conseguenza la postura dell’uomo è in costante e progressiva modificazione.

In definitiva la postura è quindi un insieme di riflessi… e di meccanismi psicologici che regolano con la massima economia e in ogni momento sia la struttura neurofisiologica del movimento, che il tono muscolare.

Entrambi questi aspetti sono necessari per il mantenimento di una posizione equilibrata e coordinata, e il tono muscolare in particolare si può considerare il fattore cardine della postura poiché è alla base dell’accomodamento posturale e permette l’esprimersi delle emozioni e degli atteggiamenti.

La complicata funzione del mantenimento della postura richiede l’intervento di una sofisticata “regia” centrale capace di regolare le posizioni assunte di volta in volta e assecondare le varie esigenze motorie.

Per fare questo il sistema nervoso centrale (SNC) si affida ai recettori, dei veri e propri informatori che lo tengono costantemente al corrente di quanto accade fuori e dentro di sé, della condizione e posizione dei muscoli e delle articolazioni, e grazie a questi dati è in grado di mettere a punto le migliori strategie posturali, adattandole ad ogni situazione. L’azione dei propriocettori e degli esterocettori permette al cervello di conoscere la direzione dei movimenti, percepire la presenza di eventuali ostacoli esterni e capire se il nostro corpo è in equilibrio. Le varie informazioni viaggiano attraverso il midollo spinale, il quale costituisce la via di collegamento tra i muscoli, cioè la periferia del nostro corpo, e il SNC. Quando l’informazione arriva al livello centrale viene elaborata e si creano le risposte che verranno poi inviate ai muscoli con la finalità di produrre la postura adeguata alla situazione.

Il nostro sistema muscolare è formato da muscoli della dinamica e muscoli della statica; quelli deputati al controllo posturale sono i muscoli statici o, appunto, muscoli posturali.

Stare in piedi o stare seduti, ad esempio, sono azioni che il nostro corpo deve svolgere continuamente e che si possono prolungare anche per molte ore; per eseguire un compito del genere servono imuscoli posturali in grado di mantenere una contrazione costante nel tempo senza necessità di pause. I più noti sono i muscoli antigravitari, tra i quali il tricipite surale, gli ischio-tibiali e gli spinali, che vanno a comporre la catena muscolare statica posteriore ed hanno il compito di mantenere la verticalità del corpo.

Ma sono ugualmente tonici quei muscoli che hanno il ruolo di sospendere, soprattutto il cingolo scapolare e il torace e che formano la catena muscolare statica anteriore.

Il concetto di catena muscolare o cinetica nasce in ambito fisico come un sistema di trasmissione delle forze composto da segmenti rigidi uniti tra loro tramite giunzioni mobili definite snodi. Il termine viene usato dal punto di vista biomeccanico per definire l’interazione sinergica dei vari segmenti corporei, con lo scopo di eseguire i movimenti.

Secondo Mézières

una catena cinetica è un sistema di muscoli poliarticolari che si ricoprono e si influenzano come le tegole di un tetto tutti gli elementi sono solidali e cooperano insieme.

muscoli posturali si comportano esattamente secondo questo principio e il loro condizionarsi reciprocamente fa si che non si debba focalizzare l’attenzione localmente, ma anzi averne sempre una visione globale.

La muscolatura dinamica, invece, è quella deputata al movimento e come quella statica deve essere resistente, questa deve essere forte.

Questi due gruppi muscolari hanno evidentemente funzioni e capacità differenti ed è da questo concetto che deriva una conclusione fondamentale: l’allenamento di una muscolatura dovrà avere programmi di ginnastica diversi da quello dell’altra. La sollecitazione permanente a cui sono sottoposti i muscoli statici può portare ad un avvicinamento delle loro estremità, che ha come conseguenza un irrigidimento muscolare e, come è noto, un muscolo rigido è un muscolo debole; l’allenamento dovrà quindi prevedere una fase di allungamento, per non accentuare la rigidità, e una fase di lavoro attivo in contrazione isometrica in posizione sempre più eccentrica.

 

I Cent’anni dalla Grande Guerra ricordati a Vittorio Veneto con una rievocazione sportiva europea

7 Novembre 2014 at 21:10

Il Judo Vittorio Veneto sarà protagonista della storica celebrazione che vedrà arrivare nella città simbolo del primo conflitto mondiale le delegazioni sportive dei paesi allora in guerra fra loro

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Ci sono tanti modi per celebrare un conflitto in armi così vasto e cruento da lasciare nella memoria collettiva un ricordo indelebile, nonostante i cent’anni trascorsi dal suo inizio. Il territorio veneto e friulano è infatti ancora ricco di luoghi e reperti che testimoniano un conflitto così vasto e terribile da esser citato ancor oggi come la “Grande Guerra”. Tante sono quindi le iniziative che in questo periodo stanno riportano la memoria a quei tragici eventi. Fra tutte, quella che vedrà la città di Vittorio Veneto al centro dell’attenzione nazionale quale luogo simbolico  e rappresentativo di quel conflitto nasce dal Judo Vittorio Veneto.  L’ idea è infatti quella di mettere assieme le rappresentative delle nazioni allora i guerra fra loro, per lanciare in chiave moderna un significativo messaggio di pace.  Se cent’anni fa i giovani di allora furono infatti spinti gli uni contro gli altri ad uccidersi fra loro, perché non riproporre un’ analoga competizione tra dei giovani d’oggi, che pur rappresentando le nazioni in guerra fra di loro, si possano misurare in un leale e corretta sfida sportiva lontana dal sangue versato cent’ anni fa? Se la storia dell’uomo insegna come le guerre siano sempre esistite, perché non cogliere l’esperienza negativa di un conflitto così cruento per trasformarla in un moderno e pacifico confronto sportivo ? Il messaggio etico è evidente ed è oltretutto sostenuto dall’esempio di una pace che tra quei paesi allora in guerra, continua oggi ininterrotta da quasi settant’anni. L’Europa è infatti riuscita a metabolizzare l’innata conflittualità umana, trasformandola come in altre parti del mondo in una  civile competizione in ogni settore, da quello commerciale a quello produttivo e così via, in una corale e stimolante gara per cercare di migliorare e non distruggere la nostra società. La data scelta per ricordare l’evento sarà lo storico 24 Maggio 2015, con un programma di due giorni tanto intensi quanto ricchi di messaggi simbolici. Dopo l’arrivo delle nazionali sportive di Judo dei sette paesi europei coinvolti allora nella “Grande Guerra”, il 23 Maggio ci sarà infatti la parte più importante e significativa della celebrazione. Accompagnati dai rispettivi Consoli o Ambasciatori dei paesi di provenienza,  gli atleti andranno infatti a rendere omaggio ai loro coetanei morti e sepolti cent’anni fa nei tanti cimiteri di guerra ben conservati nelle nostre zone. A Pederobba ad esempio ci sono i caduti francesi, a Tezze c’è il cimitero degli inglesi e così via, in un territorio che conserva la concreta memoria dei tanti giovani che allora arrivarono da ogni parte d’Europa per morire qui da noi. Con le squadre nazionali schierate davanti ai rispettivi monumenti funebri, il momento sarà di certo toccante e carico di significato, perché è quasi certo che nessuno dei quegli atleti che oggi rappresentano il loro paese, saprà dell’esistenza di questi cimiteri dove riposano centinaia se non migliaia di coetanei che allora sacrificarono la loro vita per consentire a tutti noi di vivere oggi in pace.  Conclusa la giornata del ricordo, si passerà il giorno dopo alla giornata del confronto sportivo.  Al Palasport di Vittorio Veneto il meglio del Judo europeo si sfiderà infatti in una gara a squadre di evidente alto livello, tra Italia, Francia, Inghilterra, Austria, Ungheria, Germania e Russia.  La parte sportiva come gli inviti alle squadre nazionali e l’organizzazione della gara verrà svolta dalla Federazione Italiana di Judo F.I.J.L.K.A.M. mentre la più importante parte istituzionale verrà seguita naturalmente dalla Città di Vittorio Veneto.  Al Judo Vittorio Veneto spetterà infine  la non trascurabile parte operativa di un evento, che lascerà di certo il segno nella città simbolo nazionale del primo conflitto mondiale.

ALTRI ARTICOLI:

Medaglie Vittoriesi anche a Bergamo – http://www.judovittorioveneto.net/2014/11/medaglie-vittoriesi-anche-a-bergamo/
All’Internazionale di Treviso il Judo Vittorio Venetoè 4 su 80 club – http://www.judovittorioveneto.net/2014/11/allinternazionale-di-treviso-il-judo-vittorio-veneto-e-quarto-su-80-club/
Ancora un primo posto per il ragazzo del podio – http://www.judovittorioveneto.net/2014/10/ancora-un-primo-posto-per-il-ragazzo-del-podio/
A spilimbergo cinque medaglie per il Judo Vittorio Veneto – http://www.judovittorioveneto.net/2014/10/a-spilimbergo-cinque-medaglie-per-il-judo-vittorio-veneto-2/
Ancora tre nuovi insegnanti al Judo Vittorio Veneto – http://www.judovittorioveneto.net/2014/10/ancora-tre-nuovi-insegnanti-al-judo-vittorio-veneto/
D
iventa Cintura Rosa per  imparare a difenderti – http://www.judovittorioveneto.net/2014/10/diventa-cintura-rosa-per-imparare-a-difenderti/

House organ della Libertas

6 Novembre 2014 at 15:24

Libertas Sprint 6

In questo numero:

Editoriale del Presidente Nazionale
Lettera al Premier Matteo Renzi
Campagna prevenzione ergonomica
Messaggio del Ministro Alfano
Governo italiano per lo sport
Coniazione Expo 70° Libertas
Dossier “Giulio Onesti”
Attività territoriale Libertas
Linee guida certificati medici
Convenzione defibrillatori

FOCUS

Politiche europee
Turismo sociale
Diverse abilità
Qualità della vita
Norme fiscali

Linee guida sui certificati medici per l’attività sportiva non agonistica

6 Novembre 2014 at 7:36

VISTO l’articolo 42-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, e s.m. ed in particolare il comma 2, nel rispetto del quale i certificati per l’attività sportiva non agonistica sono rilasciati dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dai medici specialisti in medicina dello sport ovvero dai medici della Federazione medico sportiva italiana del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, avvalendosi dell’esame clinico e degli accertamenti, incluso l’elettrocardiogramma, secondo linee guida approvate con decreto del Ministro della Salute, su proposta della Federazione Nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, sentito il Consiglio Superiore di Sanità;

VISTO il decreto ministeriale 18 febbraio 1982, “Norme per la tutela sanitaria dell’attività sportiva agonistica”;

VISTO il decreto interministeriale 24 aprile 2013, “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica ed amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita”;

ACQUISITA dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri in data 17 febbraio 2014 la proposta di linee guida in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica;

CONSIDERATO il parere del Consiglio superiore di sanità adottato nella seduta del 17 giugno 2014;

TENUTO CONTO dell’aumentato rischio cardiovascolare legato all’età per coloro che hanno superato i sessanta anni e che associano altri fattori di rischio cardiovascolari;

SENTITO il gruppo di lavoro in materia di medicina dello sport istituito presso il Ministero della Salute;

RITENUTO di dover adottare le linee guida di indirizzo per i medici certificatori circa gli esami clinici e gli accertamenti finalizzati al rilascio del certificato medico;

DECRETA

Articolo 1
Ambito della disciplina

1. Il presente decreto, in attuazione del comma 2 dell’articolo 42-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, e s.m., approva le linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica, allegate al presente decreto quale parte integrante (Allegato 1).

2. E’ confermato il modello del certificato di cui all’allegato C del decreto interministeriale 24 aprile 2013.

Il presente decreto viene trasmesso agli organi di controllo per la registrazione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Il Ministro della Salute

ALLEGATO 1

Linee guida di indirizzo in materia di certificati
Medici per l’attività sportiva non agonistica

Definizione di attività sportiva non agonistica

1. Si definiscono attività sportive non agonistiche quelle praticate dai seguenti soggetti:
a) gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dagli organi scolastici nell’ambito delle attività parascolastiche;
b) coloro che svolgono attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Associate, agli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI, che non siano considerati atleti agonisti ai sensi del decreto ministeriale 18 febbraio 1982;
c) coloro che partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale.

Medici certificatori

1. I certificati per l’attività sportiva non agonistica sono rilasciati dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dai medici specialisti in medicina dello sport ovvero dai medici della Federazione medico sportiva italiana del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

Periodicità dei controlli e validità del certificato medico

1. Coloro che praticano attività sportive non agonistiche si sottopongono a controllo medico annuale che determina l’idoneità a tale pratica sportiva.
2. Il certificato medico ha validità annuale con decorrenza dalla data di rilascio.

Esami clinici, accertamenti e conservazione dei referti

1. Ai fini del rilascio del certificato medico è necessario quanto segue:
a) l’anamnesi e l’esame obiettivo, completo di misurazione della pressione arteriosa;
b) un elettrocardiogramma a riposo, debitamente refertato, effettuato almeno una volta nella vita;
c) un elettrocardiogramma basale debitamente refertato con periodicità annuale per coloro che hanno superato i 60 anni di età e che associano altri fattori di rischio cardiovascolare;
d) un elettrocardiogramma basale debitamente refertato con periodicità annuale per coloro che, a prescindere dall’età, hanno patologie croniche conclamate, comportanti un aumentato rischio cardiovascolare.

2. Il medico certificatore tenuto conto delle evidenze cliniche e/o diagnostiche rilevate, si può avvalere anche di una prova da sforzo massimale e di altri accertamenti mirati agli specifici problemi di salute. Nei casi dubbi il medico certificatore si avvale della consulenza del medico specialista in medicina dello sport o, secondo il giudizio clinico, dello specialista di branca.
3. Il medico certificatore conserva copia dei referti di tutte le indagini diagnostiche eseguite, nonché dell’ulteriore documentazione di cui ai precedenti commi, in conformità alle vigenti disposizioni e comunque per la validità del certificato.
4. Per quanto riguarda i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, l’obbligo di conservazione dei documenti può essere assolto anche dalla registrazione dei referti nella scheda sanitaria individuale informatizzata, ove attivata.

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La Libertas promuove le discipline minori

5 Novembre 2014 at 7:25

di Luigi Musacchia
31 ottobre 2014

Si conclude in questi giorni il progetto “Sport ovunque – sport comunque” che la Libertas ha elaborato e realizzato in sintonia con il bando indetto dal CONI sul tema “Federazione ed Ente binomio vincente!”. Un messaggio chiaro e forte per intensificare i rapporti di collaborazione fra le FSN (Federazioni Sportive Nazionali) e gli EPS (Enti di Promozione Sportiva).

Le politiche sportive del CONI si muovono a tutto campo. Fra le priorità emerge l’intento di valorizzare le discipline emarginate dai media. E’ un problema antico fortemente condizionato da numerosi fattori: spettacolo, sponsorizzazioni, talenti, ecc. Una disciplina poco spettacolare non riesce a polarizzare l’attenzione del grande pubblico. Conseguentemente gli sponsor non sono stimolati ad investire. La mancanza di campioni non accende i riflettori.

Alcune discipline sono relegate nella nicchia del territorio perché nascono dalle tradizioni della cultura popolare e pertanto non riescono ad emergere. In questo ambito è preziosa l’attività di base delle associazioni sportive dilettantistiche che mantengono vive le radici di antiche consuetudini. Pensiamo ai riti della civiltà rurale che si tramandano di generazione in generazione.

Emerge sempre più nella scuola e nello sport il fenomeno dell’abbandono precoce. La Libertas, interpretando la linea del CONI, ha sensibilizzato le strutture territoriali per attivare un’indagine conoscitiva. La cooperazione degli enti di promozione sportiva con gli enti locali è fondamentale per individuare le cause di un disagio. Il problema non è vincolato soltanto alla mancanza – in alcune aree territoriali – degli impianti sportivi.

Le motivazioni dell’abbandono precoce spesso sono radicate nell’ambito familiare. In questo caso l’operatore sportivo diventa anche assistente sociale ed apre un dialogo con i giovani e successivamente con le figure genitoriali. Non sempre le difficoltà economiche impediscono ai ragazzi di frequentare i luoghi della partecipazione e della socializzazione. Talvolta fra le mura domestiche si celano storie di emarginazione e di disagio.

 

Prof. Luigi Musacchia

Presidente Nazionale Libertas

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Messaggio del Ministro Alfano per il 70° Libertas

29 Ottobre 2014 at 12:29

GLI IDEALI DEGASPERIANI:

A 70 ANNI DALLA NASCITA DELLA LIBERTAS

Il Centro Nazionale Sportivo Libertas fu una delle grandi intuizioni di Alcide De Gasperi per rivitalizzare il tessuto sociale dell’Italia post bellica. In prossimità dei 70 anni dalla vostra fondazione – e a 60 anni dalla morte del vostro fondatore – abbiamo l’occasione di delineare un bilancio sul contributo morale e storico che la Libertas ha saputo dare alla ricostruzione e allo sviluppo del nostro Paese.

A partire dallo sport di base per giungere alle grandi competizioni agonistiche, la Libertas è stata strumento per migliaia di giovani per crescere nello sport e nella socialità. Centinaia sono i campioni che hanno difeso i colori azzurri fino alle Olimpiadi: su tutti il ricordo di Sara Simeoni, non solo fuoriclasse nella sua disciplina ma esempio di passione e dedizione, doti certamente coltivate nella sua quotidianità alla Libertas.

Ma la vostra attività si è estesa anche ad altri ambiti della vita sociale oltre a quella sportiva: dalla formazione professionale al volontariato nel settore della protezione civile, dalle iniziative culturali e del tempo libero ai programmi turistici, la Libertas ha sempre mantenuto inalterati i propri valori, aggregando giovani e meno giovani e fornendo servizi di qualità alla comunità tutta.

Il Ministero dell’Interno vi ha riconosciuto Ente Nazionale con carattere assistenziale già nel 1979 e oggi, come attuale ministro, ho il dovere di ringraziarvi per come vi dedicate nella cura dei più deboli.

Ad ulteriore conferma della vostra storia e di quanto potrete ancora offrire alla nostra convivenza civile, Expo 2015 ha coniato una medaglia commemorativa in onore del vostro prezioso operato e come segno per tutti i visitatori dell’Esposizione Universale di una delle eccellenze italiane.

L’Italia è a un bivio: in mezzo alla crisi deve scegliere se tornare a crescere ed essere punto di riferimento tra i grandi Paesi del mondo, o se ridimensionare le proprie ambizioni e scorrere in seconda fila nelle gerarchie globali. Per scegliere la giusta strada l’Italia deve puntare – come fece De Gasperi – sulla persona e i corpi intermedi, unico e vero motore di sviluppo e benessere. La Libertas è un esempio di quanto quella visione degasperiana fosse lungimirante e ancora attuale: sta a ciascuno di noi, per le responsabilità che ci competono, perseguire la certezza che nella persona brucia il fuoco della creatività. Tale potenzialità ha bisogno di luoghi – come voi siete – per esprimersi e diffondersi e le istituzioni – e questo è il mio impegno di fronte a voi oggi – devono riconoscere e sostenere ogni tentativo in tal senso.

Non mi resta che ringraziarvi ed esprimervi i miei più sinceri auguri, innanzitutto come presidente della Fondazione De Gasperi ed anche a nome della signora Maria Romana De Gasperi nostro presidente onorario, in occasione di questa ricorrenza così importante per tutti noi.

On. Angelino Alfano
Ministro dell’Interno
Presidente Fondazione “Alcide De Gasperi”

Il judo l’arte di educare i bambini

25 Ottobre 2014 at 12:45

Interessante articolo del Dr. Raffaele D’Errico medico chirurgo specialista in pediatria.

http://www.pediatric.it/judo.htm

Corso allenatori secondo livello Libertas FVG

24 Ottobre 2014 at 10:02

Ieri Giovedì 23 Ottobre presso la scuola Don Lorenzo Milani di Sant’Antonio di Porcia si è svolta l’ultima lezione pratica del corso allenatori di 2° livello Libertas di Judo.
A conclusione delle 20 ore Teoriche con esame annesso sono state seguite da altre tante ore pratiche.
L’esame si svolgerà Sabato 15 Novembre al Palazen.
Quest’ultima lezione è stata tenuta dal Maestro 8° Dan Bruno Carmeni. La lezione è stata focalizzata sul ne-waza e sulla conoscenza di tecniche non più usate per salvaguardare gli atleti nell’agonismo ma che fanno comunque parte  del Judo e come tali andrebbero cmq comunque insegnate ai fini di essere un atleta/istruttore/maestro completo.
Grande è stato lo stupore dei ragazzi presenti nel vedere un  maestro Ottavo Dan con la fantomatica e leggendaria cintura Bianco-Rossa, e proprio con la cintura e con degli esercizi su cadute ed educazione nel Dojo il Maestro ha giocato con i piccoli allievi i quali si sono molto divertiti trattenendosi oltre tempo.
Il Maestro Carmeni Domenica 19 Ottobre ha poi presentato il suo 24° Libro dal titolo: “Tokyo 1964 Fatti e Misfatti” , dove si racconta l’esperienza dell’Olimpiadi. Infatti Carmeni è stato il primo atleta Italiano a partecipare alle Olimpiadi di judo e tra l’altro alla loro prima edizione.
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