Lettera di Alessandro Costante (Judo Kuroki Libertas Tarcento)
GRAZIE. Iniziò questa mia lettera con la parola più facile e bella che si possa dire dopo venticinque anni che si partecipa ad una competizione. La serie A di judo dal 1991 ad oggi è cambiata tantissimo, ma per molte persone come me riveste sempre un’ emozione particolare.
Dal 1991 a oggi ho partecipato sempre come atleta, riserva, tecnico, spettatore e organizzatore, tranne che nel 2007 (per motivi famigliari non sono riuscito ad andare a Mantova, mia moglie e ora mio figlio vengono prima di tutto )
La prima seria A non si dimentica mai: a Mestre ero un quindicenne che pesava 60 kg e non stava in piedi, ma la società vedeva in me il futuro e la ringrazio moltissimo per quel bellissimo gesto (avermi messo in squadra).
Voglio ringraziare tutte le persone che sono state chiamate “prestiti”:
sono persone che hanno gareggiato per il Kuroki sopratutto per piacere di stare in un gruppo fantastico (qualcuno lo ha fatto solo per i soldi, ma succede).
Nel 1991 la gara si effettuava a sette pesi con un solo prestito che doveva essere comunicato 15 giorni prima della gara: dopo quella data non poteva più essere cambiato. Ora invece siamo arrivati a cinque pesi con due prestiti, che fino al giorno prima si possono tesserare ( se stranieri).
Le prime due edizioni cui ho partecipato (1991-92) il Kuroki era fatto solo da atleti “suoi”, la terza è stata Trieste con un amico cpme prestito (Enzo De Denaro): io resterò sempre la sua riserva.
Ma questa mia lettera non sarà lunga e noiosa. Non racconterò venticinque edizioni. Vorrei solo ringraziare gli “stranieri”, visto che il Kuroki ne ha avuti tanti, da medagliati olimpici ad atleti mediocri. Non voglio dimenticare nessuno e dico “grazie a tutti”.
Non voglio citare nessuno tesserato del Kuroki, perchè tutti coloro che in venticinque anni di serie A mi sono stati vicini mi hanno dato delle emozioni grandi , ma sopratutto la voglia di gareggiare e affrontare situazioni molto difficili.
Sono stato un ragazzo molto fortunato perché posso dire a mio figlio che ho gareggiato con tre generazioni ( nonno, papà e figlio ) e un orgoglio che mi porterò sempre nel cuore. Concludo ricordando a tutti che andrò a Trento per la mia ultima serie A come se fosse il “mio” campionato italiano a squadre, emozionato, agitato ma sopratutto con il piacere di stare assieme a persone straordinarie.
GRAZIE MILLLLLE E FORZA KUROKI
Alessandro ” Kunta ” Costante