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Il Judo Vittorio Veneto vince per il secondo anno consecutivo il Torneo “Andrea Rossato”

31 Marzo 2015 at 20:38
da http://www.judovittorioveneto.net/

Dopo il primo posto nel “Trofeo Shimai” a Fagagna, il primo posto nel “Trofeo di Tarcento” ed  il primo posto per il secondo anno nel campionato regionale “Città di Bassano” ecco arrivare in neppure due mesi la quarta vittoria consecutiva del Judo Vittorio Veneto.  Questa volta, la gara nella quale i judoka del palasport vittoriese si sono posti in luce è il “Torneo città di Mestre” intitolato alla memoria di Andrea Rossato.   Ben cinque le medaglie d’oro vinte in questa occasione da Manuel Breda, Florin Burlaco, Nicola De Fazio, Erika Mognol e Martina Tesser. Al secondo posto sul podio sono quindi salite Arianna Berti e Giorgia Freschi, mentre la medaglia di bronzo è andata ad Edoardo De Bettin, Ettore Gottardo, Maxim Mircea e Mattia Pianca Spinadin. A contribuire al netto successo con più del doppio del punteggio ottenuto dalle rimanenti società in gara, hanno contribuito anche i piazzamenti vicino al podio di: Elena Andreetta, Nicholas Boito, Nicola Gagliardi, Oliver Mastromarino, Alessandro Rosin, Leonardo Salvador, Martin Tomasella e Lorenzo Zanella.

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Lo sport…una passione

31 Marzo 2015 at 20:31

Qualunque esso sia,  sport è sempre sinonimo di impegno, passione e speranza. Un vero sportivo deve possedere qualità non comuni: un equilibrio tra decisione, perseveranza, fiducia in se stessi e consapevolezza dei propri limiti.

Perché lo sport è questo: una tensione incontrollabile, un’ energia incontenibile, medaglie e coppe, ma anche sconfitte e delusioni. La gioia di salire su un podio, di ricevere una stretta di mano e una medaglia, la soddisfazione di sentirsi finalmente ripagati di tutti gli sforzi e i sacrifici di tanto tempo: è questo ciò per cui uno sportivo  combatte, questo ciò che lo spinge ad amare ciò che fa. Purtroppo però la vita di un atleta non è solo gloria e successi, a volte bisogna avere la forza per affrontare, e superare, le sconfitte. Fanno male, deludono, fanno versare lacrime di rabbia, ma sono un momento importante, indispensabile, per prendere coscienza dei proprio errori, dei propri limiti, delle proprie esitazioni o arroganze.

Dal dolore di una sconfitta nasce la voglia di vincere, nasce la forza che può portare ad allenamenti più lunghi e più duri, a sacrifici ancora più grandi., nasce, prima di tutto, il desiderio di superare se stessi, prima ancora degli avversari.

Chi non comprende questo concetto, non potrà mai considerarsi un vero atleta.

Nello sport, quello vero, quello amato con passione, non contano classifiche e punteggi, ciò che importa è esprimersi, saper dosare le proprie energie, superare i propri limiti e poter così conoscere se stessi, il proprio corpo e le proprie capacità. Voglia di vincere diventa quindi voglia di affermare la propria forza, voglia di vedere realizzate fatiche, e sogni, per se stessi e per la propria squadra. Aspetto fondamentale dello sport è il senso di squadra,di appartenenza ad un gruppo appunto: un senso di unione che va al di là delle singole diversità e dei particolari conflitti; far parte di un gruppo significa sentire su di sé il peso delle speranze e delle fatiche degli altri.

E la paura di deluderli è superata dalla totale fiducia recIproca.

E’ bello sentirsi parte di una squadra: si combatte insieme per tagliare lo stesso traguardo, non servono parole di incoraggiamento, solo sguardi, perché si provano le stesse emozioni, le medesime paure. Lo stile di vita attivo insegna anche a stare insieme, insegna il rispetto, la correttezza, e l’importanza della fiducia.

Lo sport dona momenti preziosi, in cui ci si sente soli con il proprio corpo, momenti di totale estraniazione dal mondo. La partenza di una gara di corsa, un rigore in una partita di calcio, il match point di una partita di pallavolo, salire sul tatami per affrontare il proprio avversario, ogni sport dona istanti decisivi, in cui il mondo esterno scompare, c’è silenzio, l’unico rumore è il proprio respiro, la mente è libera da ogni pensiero. Sono frazioni di secondo, in cui si riesce ad ascoltare il proprio animo, poi ritorna il rumore dei passi, le grida del pubblico, ritornano gli avversari, i consigli dei tecnici.

Infine, quando si ottiene una vittoria, quando si raggiunge un nuovo record personale, allora ci si sente pervasi da un’ enorme felicità, una di quelle felicità che a distanza di mesi e anni donano ancora sorrisi e brividi, una felicità che fa ricordare perché si ama così intensamente lo sport. E allora tutto ritrova il suo significato: gli allenamenti al freddo, le tensioni prima di un incontro importante, le lunghe discussioni con l’allenatore, lo stress di una gara, i sacrifici, le fatiche… tutto per un istante di felicità: ne è valsa la pena. Tutte quelle difficoltà fanno crescere, fanno maturare, fanno diventare persone più forti, e forse, migliori.

Perché lo sport è soprattutto questo: sogni. sogni incredibili e irrealizzabili  che danno significato alla vita.

Tutto questo è lo sport.

Campioni d’Italia? Riflessioni di un atleta della Polisportiva Villanova

31 Marzo 2015 at 12:44

Sabato 28 marzo 2015 si è conclusa la terza edizione de Il dialogo creativo con l’appuntamento dedicato alle seconde generazioni e allo sport.

Nella saletta Degan della Biblioteca civica, il sociologo Mauro Valeri ha affrontato il tema della cittadinanza e del razzismo in ambito sportivo a partire dal libro Campioni d’Italia? Le seconde generazioni e lo sport, Sinnos 2014. Nelle varie discipline è evidente il problema dei ragazzi cresciuti in Italia ma che, almeno per la burocrazia, ancora italiani non sono. E così atleti forti, a volte campioni veri, sono costretti ad affrontare, oltre alle consuete rivalità sportive, sfide di tutt’altro genere.

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Riflessioni di Marvin Bedel  atleta della Polisportiva Villanova judo libertas invitato ad intervenire.

Campioni d’Italia? Le seconde generazioni e lo sport

Campioni d’Italia? Perchè un ragazzo per me italiano, in quanto nato in Italia, di seconda generazione, ossia figlio di immigrati stranieri, non può essere considerato tale?

Al giorno d’oggi la frase corretta da dire non è “immigrato in terra straniera”, bensì  “italiano  in una  terra che non ti considera tale”.

Ho partecipato attivamente al dialogo dopo essere stato invitato a prendervi parte.

L’argomento principale di questo dibattito è stato il razzismo in ambito sportivo e i problemi legati alla cittadinanza, tutti abbiamo già sentito parlare di cori razzisti, insulti ai giocatori di etnie e religione diverse dalla nostra.

Cosa è emerso dal dibattito?

In Italia il razzismo nello sport è diffusissimo principalmente a causa della classe dirigente che si permette di avere un linguaggio poco adatto allo sport stesso, spesso insultando direttamente solo per il colore della pelle di una persona o cercando, come detto dal signor Valeri, di aggirare la Costituzione ed il Codice Civile tramite leggi ordinarie che favoriscono, per esempio, solo una piccola minoranza di stranieri ( esempio, si cercò di far ottenere cittadinanza ad un  numero ristretto di immigrati in quanto promesse del calcio…).

Pratico uno sport secondo me diverso da molti altri e soprattutto dal calcio; da quasi 13 anni faccio judo, un’arte marziale orientale, giapponese. In questo sport non si è mai sentito parlare di razzismo, ne credo se ne sentirà mai.

Vi chiederete il perché suppongo; il judo è basato su una forma di rispetto reciproco non solo tra compagni di squadra, ma anche tra avversari, è uno sport basato sull’onore, sulla lealtà e sul rispetto delle regole e credo sia proprio questa la chiave per essere in armonia con se stessi e con gli altri.

Un’altra motivazione è sicuramente il fatto che il judo è uno sport relativamente poco conosciuto, considerato uno sport minore e di conseguenza non c’è nessun interesse economico da parte di sponsor o politici .

Dunque cosa si può fare annullare questa spirale di odio razziale che sta colpendo il nostro paese?

Una possibile soluzione potrebbe essere quella di discuterne a scuola, insieme agli studenti, intrattenendosi in veri e propri dibatti ,la scuola è un luogo fertile, nel quale il razzismo si sta diffondendo rapidamente.

I mass media ,responsabili in parte della diffusione di questo fenomeno,  potrebbero contenersi nel dire, nello scrivere cose che possano suscitare reazioni poco amichevoli dei cittadini.

L’unica cosa di cui sono sicuro però, e che, continuando cosi, l’Italia sta condannando se stessa ad un futuro peggiore di quello che sta vivendo in questo momento…

Questo dibattito è stato ,per me, un’esperienza sicuramente positiva in quanto mi ha aperto gli occhi su alcune questioni sociali e politiche di cui ero completamente all’oscuro e di cui è positivo approfondire le mie conoscenze.

Il dialogo sicuramente aiuta a far emergere positività e negatività che messe a confronto, mescolate, amalgamate sicuramente riusciranno a portarci ad una pur non facile soluzione.

Quello che vorrei dire per concludere è:” Continuiamo a parlarne.”

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Auguri di una Buona e Felice Pasqua dalla Libertas

30 Marzo 2015 at 21:41

L’ufficio stampa del CNS Libertas esprime gli auspici per le festività pasquali

con l’aforisma di alto profilo pronunciato da un indimenticabile big etico-sportivo:

 

“Dedico le mie medaglie ad un mondo migliore

dove uomini e donne possano battere l’odio

per il colore della pelle con i colori dell’anima.”

Jesse Owens

4 medaglie d’oro – Olimpiadi di Berlino 1936

 

E dal presidente:

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Convegno Pordenone – Il modello Maddaloni

30 Marzo 2015 at 21:38

La Polisportiva Villanova vi invita al convegno il “Modello Maddaloni”: sport modello di vita e avamposto di legalità con Gianni Maddaloni, Martedì 21 Aprile dalle 9.30 alle 11.30 presso il Cinemazero dalle 15/16 Tutti sul tatami e dalle 17.30 sino le 19 presso la sala Teresina Degan della Bibblioteca di Pordenoneinvito 4.001

 

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Circuito Propaganda

30 Marzo 2015 at 21:33

La prossima tappa è la V del circuito Propaganda Libertas Udine, si svolgerà a Cividale del Friuli il 12 Aprile, nel regolamento orari e tutte le informazioni utili per parteciparvi.

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Trofeo Palasele Eboli

30 Marzo 2015 at 21:30

Alla manifestazione erano presenti 386 giovani atleti in rappresentanza di 7 regioni per 34 società , la classifica ha visto nelle prime 5 posizioni la vittoria del team “giovani talenti” dell olimpionico Francesco Faraldo , al 2′ la yama Arasci Stabia , al 3′ la New Kodokan San Pietro al Tanagro, al 4′ la Grazy Fitness di Trentola Ducenta, al 5 judo Olevano , ottima organizzazione diretta dai M’ Amendola e Serrano

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Collegiale Villanova – Parma

29 Marzo 2015 at 15:54

Nei giorni di Sabato e Domenica 28 e 29 marzo presso il Palazen si è svolto un allenamento Collegiale fra le società Libertas:
KSDK Parma, Lanzi Colorno Galaxy, Judo Colecchio, Punto Blu Monticelli, Dojo Trieste, Pol. Villanova Cordenons, Crescere sul Tatami, Judo L. Porcia e l’organizzatrice dell’evento la Polisportiva Villanova che ha ospitato 85 giovani atleti (nati dal 2005 al 2003) presso il Palazen con il seguente programma.

Sabato allenamento dalle 16.30 alle 18 poi dopo essersi tutti sistemati passeggiata e visita del centro di Pordenone con particolare interesse per il carcere, ritorno presso il Palazen per ricca cena e gioco libero, ore 22.00 circa nanna?

Domenica  ore 7 sveglia seguita da una bella corsa all’aperto e piccola preparazione atletica  a seguire colazione con le mitiche brioches di Peratoner dopo un “attimo” di svago e poi allenamento in fine ennesimo buffet con le prelibatezze portate dai cordialissimi ospiti.

Grande la soddisfazione generale per il lavoro svolto e il divertimento dei ragazzi merito anche dei tanti volontari che hanno seguito preparato e organizzato l’evento.

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31°Stage Internazionale “Pasqua 2015″ ed 21° Stage Primavera

28 Marzo 2015 at 7:05

Lo Stage di Pasqua si svolgerà il l 2,3,4 e 5 aprile in località Piancavallo organizzato dall’ A.S.D. Skorpion Club Libertas Pordenone.

Sotto ad ogni manifesto troverete le locandine con tutte le informazioni a voi utili!

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Locandina STAGE PASQUA-2015

Quest’anno ci saranno la SQUADRA MASCHILE e la SQUADRA FEMMINILE RUSSE

Chi si sente più giovane vive più a lungo

28 Marzo 2015 at 6:59

Un atteggiamento postivo nei confronti di se stessi e della vita, aumenta il benessere fisico e mentale

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Uno studio su larga scala conferma l’idea che la sensazione di essere più giovane rispetto alla propria età anagrafica riduce le probabilità di morire.

Andrew Steptoe, della University College di Londra (Regno Unito), e colleghi hanno analizzato i dati raccolti su oltre 6.000 adulti, di età superiore a 52 anni. Nel 2004/2005, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti quanti anni si sentivano. Più di due terzi si sentiva almeno tre anni più giovane rispetto alla età reale, mentre un quarto sentiva la reale età e meno del 5% si sentiva più vecchio.

Il team ha seguito i soggetti fino a marzo del 2013, trovando che circa il 14% di coloro che si sentivano più giovani era morto, rispetto a circa il 19% di coloro che si sentivano la loro età e circa un quarto di coloro che si sentivano più anziani.

Lo studio conferma, ancora una volta, l’importanza che l’attitudine ha nella vita. Sentirsi più giovani e in salute, fisica e mentale, contribuisce a ridurre le possibilità di ammlarsi e di morire.