Popular Tags:

IL JUDO KIAI ATENA DI PORTOGRUARO VINCE IL GRAN PREMIO VENETO DI KATA

18 Novembre 2014 at 20:38

Il Judo Kiai Atena di Portogruaro conferma la supremazia regionale nel Kata nel Gran premio Veneto di Kata svoltosi al palazzetto dello sport di Eraclea domenica 9 novembre. Seppur priva in gara della coppia della nazionale Dotta – Durigon vince la classifica della finale del Gran Premio regionale Veneto 2014 di Kata con i seguenti risultati ; con la coppia Boschin Alessandro – Drigo Tommaso 1° nel nage no Kata tre serie e 3° posto nel nage no kata completo , 3° posto nel Kodokan Goshin Jitsu per la coppia Mengoli Nicolo – Martin Davide , 5° posto per Trifiro Cristina – Romeo Benedetta e 7° posto per Perissinotto Catia – Zonta Giulia nel Ju No Kata ed infine buona prova di De Micco Claudio e Rizzetto Andrea nel Kata misto .
Con  questi risultati la società Judo Kiai Atena si è classificata al 1° posto nel Gran Premio Veneto seguita dal Judo Vittorio Veneto e dal jUDO Verona confermando ancora una volta di essere la squadra di Judo Kata più organizzata e numerosa del Veneto.
Nel pomeriggio una rappresentativa di 20 atleti delle categorie bambini e ragazzi hanno partecipato al Torneo delle Cinture gara di Judo a cui hanno partecipato oltre 280 bambini delle società della provincia di Venezia.

PROMO NATALE OK PUBBLICITA’ CONVENZIONE SOCI

18 Novembre 2014 at 8:21

image001image002

DIVENTA CINTURA ROSA PER IMPARARE A DIFENDERTI

17 Novembre 2014 at 8:06

Il Judo Libertas Vittorio Veneto organizza al Palasport Vittoriese un corso di difesa personale femminile.

La violenza contro le donne non è cosa nuova e se c’è qualcosa che accomuna molti paesi del mondo pur diversi fra di loro, è ancor oggi questa vergognosa caratteristica. Anche da noi ci sono voluti secoli e secoli di soprusi a angherie di ogni genere per cominciare a capire che la donna deve avere gli stessi diritti dell’uomo ed una piena libertà e parità in ogni campo. La strada da percorrere non è però ancora compiuta. Ostacoli e pregiudizi spesso di tipo culturale o maschilista, rendono purtroppo ancora difficile l’ inevitabile traguardo dell’uguaglianza. I cosiddetti “femminicidi” del nostro paese ne sono un triste esempio, senza parlare di ciò che accade in zone del mondo dove la donna è ancora trattata come un oggetto o merce di scambio senza alcun diritto se non quello di tacere. Ecco perché anni fa il Judo Vittorio Veneto promosse un particolare corso di difesa personale femminile chiamandolo per la prima volta col riuscito nome di “cintura rosa”. Un termine quanto mai indovinato, specialmente tra le arti marziali che usano il colore della cintura per distinguere il grado di abilità tecnica personale. Questo colore infatti non esiste tra le cinture di Judo, ma ricorda con simpatia il settore femminile al quale ci si rivolge, per offrire le indicazioni di base nel caso di un’imprevedibile ma sempre possibile aggressione. Nessuno infatti si augura di esser molestato o aggredito da qualcuno, ma purtroppo le cronache raccontano che tutto ciò accade molto spesso e particolarmente nell’ ambito domestico. Saper cosa fare e come comportarsi in una situazione di pericolo e’ quindi fondamentale per salvaguardare la propria incolumità’ fisica o quella dei propri cari. Pochi movimenti possono infatti toglierci facilmente dai guai ed è proprio questo che viene insegnato alle donne e ragazze che frequenteranno il corso organizzato dal Judo Vittorio Veneto al Palasport accanto alle piscine comunali. Le lezioni dureranno due mesi e si terranno ogni Mercoledì e Venerdi sera dalle ore 19.30 alle 20.30, con un percorso didattico guidato ed integrato dall’intervento di esperti. Per ulteriori informazioni basterà’ telefonare al numero 340 0642023 ( Ins. Fabio Tonon).

 

foto:

 

Sport malgrado una dispensa

16 Novembre 2014 at 20:33

Anche dopo un lieve infortunio o in presenza di sintomi legati a malattie leggere,  i bambini e i giovani possono partecipare alle lezioni, basta apportare i giusti adeguamenti. Il presente tema del mese mostra come procedere.

Gli spazi destinati ai bambini per fare movimento e praticare attività sportive continuano a diminuire. Anche a scuola, l’educazione fisica è sempre più confrontata con la necessità di risparmiare e di conseguenza le offerte e le possibilità si riducono. Bambini e giovani sono sempre meno attivi e praticano sempre meno sport. E tutto ciò avviene in un’età in cui si manifestano cambiamenti decisivi a livello di crescita, di maturità muscolare, scheletrica e del sistema nervoso che influiscono sul loro sviluppo.

Subito dopo un infortunio o in presenza di sintomi legati a malattie leggere, gli adolescenti diventano passivi. La voglia di fare movimento diminuisce e spesso queste occasioni si trasformano in pretesti per farsi dispensare ed evitare di partecipare alle lezioni di educazione fisica.

Ma è proprio nei periodi in cui ci si ammala o ci si infortuna che lo sport scolastico, e le attività ad esso legate, potrebbero assumere grande importanza. Un esonero completo dalle attività sportive in presenza di una malattia, di un infortunio o di una disabilità in molti casi contraddice le attuali conoscenze ed esperienze raccolte in ambito di medicina dello sport (v. bibliografia).

Muoversi malgrado una dispensa sportiva

Questo tema del mese è un complemento al progetto «Bewegen trotz Sportdispens» (in italiano: «muoversi malgrado una dispensa sportiva»), nato da una collaborazione fra la Rete svizzera della riabilitazione SART, l’Associazione svizzera di educazione fisica a scuola (ASEF) e l’Ospedale universitario pediatrico di Basilea (UKBB). L’obiettivo è di offrire ai medici la possibilità di permettere a bambini e giovani ammalati o infortunati di prendere parte attivamente come prima alle lezioni di educazione fisica grazie a certificati parziali chiaramente definiti.

Gli insegnanti dispongono invece di uno strumento che permette loro di integrare gli allievi parzialmente dispensati dalle lezioni di educazione fisica proponendo loro delle attività adattate. Il formulario della dispensa (pdf) e la raccolta di esercizi (pdf) garantiscono che questi aluni saranno integrati nella lezione di educazione fisica conformemente alle indicazioni mediche.

In questo fascicolo sono presentate nove lezioni realizzate in base ai contenuti del sito del progetto activdispens.ch, disponibile solo in tedesco e in francese. Queste lezioni sono composte di numerosi esercizi suddivisi in nove categorie, collegati direttamente con i filmati presenti sul sito in questione, per garantire un corretto svolgimento dei movimenti

Corso Istruttori Secondo Livello Libertas

16 Novembre 2014 at 15:20

Sabato 15 Ottobre si é svolto presso il Palazen dell’ A.S.D. Polisportiva Judo Libertas Villanova di Pordenone l’esame pratico per il corso Istruttori di Secondo Livello Libertas, qualifica SNAC.
Il corso organizzato dalla Livertas FVG ha visto la partecipazione di ben undici aspiranti istruttori uno della Libertas Judo Kiai Portogruaro e ben dieci della Polisportiva Villanova.
Gli esaminati hanno svolto più di una lezione con diversi gruppi di giovani atleti. Erano presenti infatti 40 bambini di età compresa tra i 5 e gli 8 anni e ben 44 tra i 9 e i 14 anni che hanno così potuto partecipare al primo collegiale per questa stagione sportiva organizzato della A.S.D. Polisportiva Judo Libertas Villanova con la presenza dell’A.S.D. Judo Libertas Crescere sul Tatami, Judo libertas Cordenons, Judo Libertas Tamai e Judo Libertas Porcia.
Hanno ricevuto la qualifica:
De Bernardis Alessandro, Furchi Alessandro, Carlet Luciano, Panzeri Enrico, Oliva Ivan, Nardo Fabiano, Verardo Alessio, Angostini Angelo, Bortolin Massimo, Maman Deli e Verardo Luca.

IMG_7094 IMG_7095 IMG_7098

Antonio Mazzaglia eletto nuovo Presidente della Libertas Regionale Sicilia

12 Novembre 2014 at 20:04

Si è svolta a Palermo, presso il Centro Sportivo SPORTING VILLAGE, l’Assemblea Straordinaria della Libertas della Sicilia.

Alla prestigiosa carica, per il biennio 2014/2016,  è stato eletto Antonio Mazzaglia, esponente storico della Libertas catanese e dirigente della Pallacanestro.

L’Assemblea, è stata presieduta dal Presidente Nazionale Libertas, prof. Gino Musacchia,  che, portando il saluto del Centro Nazionale,  ha anche rivolto un vivo ringraziamento, per l’impegno profuso, al presidente uscente Cataldo Guarneri, dimissionario per motivi di salute.

Tra i presenti, anche il prof. Carlo Beninati, vice presidente del CONI Sicilia, che ha portato il saluto del presidente Sergio D’Antoni, ed esponenti dello sport siciliano.

Tra gli obbiettivi del nuovo Presidente, e del Consiglio Regionale, la promozione della pratica sportiva nella scuola dell’obbligo, con progetti mirati, ed in collaborazione con il CONI, con cui si avvieranno delle campagne contro l’obesità dell’adolescenza.

L’Italia, e più specificatamente la Sicilia, occupa il primo posto in Europa per il fenomeno del sovrappeso e dell’obesità nell’età scolare.

La crisi economica, in cui versa lo Sport siciliano dilettantistico, costringerà tutti gli operatori del settore a riformattare le metodologie di approccio alla pratica sportiva degli utenti primari ed a riqualificare, al livello formativo e professionale, la figura del Dirigente Sportivo.

In questo la Libertas Regionale sarà al passo con i cambiamenti della società.

Gli eletti del Consiglio Regionale: Bifaro Giuseppe e Badalucco Antonino di TP; Mangano Giuseppe e Ajello Felice di PA; Compagnini Marco Stefano di CT; Perna Biagio di RG;Di Salvo Davide di ME; Milano Francesco di EN e Palermo Riccardo di CL.

1415789586K115306

Qualificazioni Assoluti e Coppa Italia FVG

10 Novembre 2014 at 12:42

Si sono svolte a Sacile le qualificazioni per il Campionato Italiano Assoluto che si terrà ad Asti il 29/30 novembre.

Per la Polisportiva Villanova A.S.D. Judo Libertas in gara Toffoli Davide che vince la sua categoria e di conseguenza si guadagna la qualificazione al C.I. , meno fortunato invece Boscaia Giovanni che nella Coppa Italia Cadetti interregionale, riservata agli atleti del Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino, perde al primo incontro e non viene recuperato.

IMG-20141109-WA0000

Per l’A.S.D. Libertas Judo Club Tolmezzo, Lara Mari nella categoria -57 kg si è classificata al 3° posto.

1109a 1109b

 

 

Trofeo Città di Porcia

7 Novembre 2014 at 21:34

logo

Sono aperte le iscrizioni per il  Trofeo Città di Porcia arrivato alla sua 20esima edizione. La manifestazione sarà organizzata il 29/30 Novembre dal Judo Libertas Porcia. La gara  èdedicata nella giornata di sabato agli Esordienti A-B mentre la domenica sarà il turno dei Preagonisti.

Di seguito il regolamento ed il modulo di iscrizione:

Regolamento Trofeo Nazionale Libertas 20° Trofeo Città di Porcia

Trofeo Nazionale Libertas 20° Trofeo Citta di Porcia

Come funziona il nostro orologio biologico

7 Novembre 2014 at 21:20
Qual è l’ora in cui rendiamo al massimo sul lavoro? E quella più adatta per fare sport? Meglio una birra a pranzo, o a cena? A cosa è dovuto il colpo di sonno delle due? Un viaggio lungo 24 ore alla scoperta del nostro ritmo circadiano.

intro.900x600

 

Anche se il nostro stile di vita ci permette di prolungare la giornata fino a orari un tempo impensabili, sincronizzare i nostri bioritmi con la naturale alternanza di luce e buio è indispensabile per mantenere l’organismo in salute. A regolare il “ticchettio” del nostro orologio biologico interno è un gruppo di cellule cerebrali situato nell’ipotalamo, detto nucleo soprachiasmatico: esso riceve informazioni sulla luce esterna attraverso cellule fotosensibili presenti nella retina, e lavorando su un ciclo di 24 ore adatta i ritmi biologici del nostro corpo a quelli imposti dal susseguirsi di giorno e notte. Queste informazioni hanno ricadute a cascata sugli “orologi interni” degli altri organi, come quelli che governano l’attività di cuore e fegato, nonché quella cellulare. Ripercorriamo, fase per fase, i momenti salienti di una giornata tipo, e vediamo quale attività è meglio destinare a ciascuna fascia oraria, per rispettare i ritmi circadiani scanditi da questo orologio.

focus1_web.900x600

Ore 6:00-8:59. Il corpo gradualmente si rimette in moto. La produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno, cessa, e aumentano i livelli di cortisolo, che induce nell’organismo uno stato di allerta. Per il cuore, è un momento critico: le coronarie sono ancora rigide e il sangue è particolarmente vischioso, un fatto che facilita la formazione di trombi. Il rischio di infarti è più alto del 40% rispetto al resto della giornata, e aumenta ulteriormente (+13%) di lunedì mattina, specialmente in inverno. Se infatti buio e freddo comunicano al nostro corpo che è ancora ora di dormire, le regole sociali impongono che ci si alzi per andare al lavoro. L’organismo è però ancora settato sulle 3 ore di sonno in più del weekend: il risultato è un “jet leg sociale”, uno sfasamento che favorisce obesità e tendenza a fumare, e ci lascia come se avessimo affrontato un volo transatlantico andata e ritorno in un fine settimana.
Cosa non conviene fare: attività fisica intensa.

focus2_web.900x600

 

Ore 9.00-11.59. Il cortisolo raggiunge il suo picco e lo stato di concentrazione e attivazione dell’organismo è massimo. La temperatura corporea, che ha iniziato ad aumentare al risveglio, continua a salire fino a mezzogiorno, insieme alle prestazioni delle principali funzioni cognitive. È il momento migliore per svolgere le incombenze più impegnative della giornata: una mail importante, riunioni, progetti da chiudere, problemi da risolvere. La memoria a breve termine e la memoria di lavoro (quella che permette di adempiere a più compiti contemporaneamente) regalano grandi performance. È bene approfittare di questo stato di grazia, che durerà soltanto… fino alla pausa pranzo.
Cosa non conviene fare: dormire.

focus3_web.900x600

 

Ore 12.00-14:59. L’attività digestiva avviatasi dopo il pranzo determina un generale senso di sonnolenza. Se ci siamo concessi un pasto ricco di carboidrati, zuccheri e grassi, la voglia di dormire può dipendere da una risposta del nostro sistema nervoso parasimpatico che, mentre il cibo transita nell’intestino, dice al nostro corpo di rallentare e concentrarsi sul processo digestivo. Gli alti livelli di glucosio nel sangue, inoltre, intervengono su particolari neuroni dell’ipotalamo, comunicando alle cellule di sospendere la produzione di orexina, una proteina indispensabile per mantenere il normale stato di veglia. Molti incidenti automobilistici, specialmente tra guidatori anziani, avvengono in questa fascia oraria, in cui chi ha la possibilità di farlo può concedersi una passeggiata o una breve siesta.
Cosa non conviene fare: assumere alcol: sommato al sonno e alle difficoltà digestive, potrebbe renderci più “brilli” che in altri momenti della giornata.

focus4_web.900x600

 

Ore 15.00-17:59. Superato l’impasse pomeridiano, è il momento di concentrarsi sull’attività fisica. In questo momento della giornata, la temperatura corporea aumenta naturalmente, e cuore e polmoni raggiungono il massimo della loro efficienza: questi ultimi hanno una resa superiore del 18% alle 17.00 che a mezzogiorno. I muscoli sono più tonici del 6% rispetto al loro momento di peggiore resa: è bene dedicarsi allo sport o ai compiti che richiedono una buona coordinazione oculo manuale, come ai lavoretti di precisione da svolgere a casa o al lavoro. Molti sportivi sfruttano questo momento di massima resa fisica per allenarsi nelle performance che richiedono particolare impegno e per sfidare i propri limiti. Si tratta di un orario ottimale per godere dei benefici legati allo sport, senza rischiare di interferire con il riposo notturno.
Cosa non conviene fare: dormire.

focus5_web.900x600

 

Ore 18.00-20:59. Dopo l’attività fisica sarete affamati, ma meglio optare per una cena leggera: mano a mano che si avvicina l’ora del riposo, fegato e intestino fanno più fatica a digerire grassi e zuccheri. È stato dimostrato che chi segue una dieta perde più peso se riserva il pasto principale all’ora di pranzo, preferendo una cena frugale. Studi sui topi hanno evidenziato che, a parità di calorie ingerite, chi mangia a orari regolari e nei momenti in cui l’organismo è più attivo si mantiene più sano di chi si nutre a piacimento e senza orari precisi, più incline a sviluppare diabete e obesità. Se ci si vuole concedere un piccolo drink, a quest’ora il fegato lo sopporterà meglio. Via libera anche al brainstorming: di sera, quando la fatica della giornata allenta i freni inibitori, si è più capaci di pensare fuori dagli schemi, e si partoriscono le idee più creative.
Cosa non conviene fare: grandi abbuffate.

focus6_web.900x600

 

Ore 21.00-23:59. La ghiandola pineale del cervello comincia a secernere melatonina, un ormone che facilita l’addormentamento. La temperatura corporea inizia a scendere, ed è giunto il momento di infilarsi a letto: se nel test sui bioritmi siete risultati allodole, questo processo avverrà un po’ prima; se siete “gufi”, un po’ più tardi. Questo graduale “spegnimento” rischia di essere disturbato se ci si attarda a fare sport dopo cena. L’attività fisica fa aumentare temperatura e battito corporeo, e occorrerà più tempo prima che si riesca a prender sonno. Anche un’eccessiva esposizione a smartphone, tablet e pc rischia di tenerci svegli: la luce blu emessa dai loro schermi interviene sulla produzione di melatonina. Sì, per chi ne ha bisogno, ai farmaci per il cuore che contrastino l’accumulo di colesterolo nelle arterie, che verrà prodotto dal fegato proprio nelle ore notturne.
Cosa non conviene fare: sport faticosi, giocare con il cellulare.

focus7_web.900x600

 

Ore 00:00-02:59. I livelli di melatonina sono massimi e il corpo è nella più profonda fase di riposo: in questo arco di tempo, il cervello si libera delle tossine accumulate durante il giorno e si prepara al carico di lavoro della giornata successiva. I ricordi si consolidano, e gli organi interni si rilassano. Anche per chi è sveglio, i livelli di allerta sono minimi: è in questa fascia oraria che avviene la maggior parte degli incidenti industriali nei turni notturni. I disastri di Chernobyl, Bhopal e della Exxon Valdez, tanto per fare alcuni esempi, sono avvenuti tutti durante turni di notte. Chi è costretto per molti anni a spostare il riposo per lavorare mentre il resto del mondo dorme (il 18% dei lavoratori europei) corre maggiori rischi di sviluppare cancro al seno, obesità, diabete di tipo 2, ictus e infarti.
Cosa non conviene fare: lavori che richiedano molta concentrazione.

focus8_web.900x600

 

Ore 3.00-5:59. È ancora notte fonda e la temperatura corporea raggiunge i minimi rispetto al resto delle 24 ore. Le energie dell’organismo, liberate dal compito di mantenerci al caldo, sono dirottate su altri compiti, come quello della rigenerazione delle cellule dell’epidermide. Intanto, i livelli di melatonina iniziano a calare, per prepararci con lentezza e gradualità al momento del risveglio. È questa l’ora in cui statisticamente avvengono più parti naturali, probabilmente per un effetto combinato degli ormoni melatonina e ossitocina, o per una generale rilassatezza muscolare delle future mamme. Alcuni tipi di chemioterapie sono più efficaci in questa fascia oraria, quando le cellule cancerogene si dividono rapidamente, mentre le cellule sane sono meno attive e rischiano meno di essere danneggiate.
Cosa non conviene fare: attività fisica.

Come avrete ben capito con questa gallery, l’organismo funziona secondo ritmi dettati dall’orologio biologico interno. Ma ora si è fatta una nuova scoperta: gli orologi che regolano il comportamento della “macchina uomo” si trovano praticamente all’interno di ogni organo.
E il tempo è racchiuso nei geni. Anzi, nei “cronogeni”, parti del Dna che si mettono a funzionare solo a una data ora della giornata.

Postura

7 Novembre 2014 at 21:14

Cos’è la postura? L’idea della spazialità in relazione alla postura. Atteggiamento posturale: le cause. Il ruolo del Sistema Nervoso Centrale nel mantenimento della postura. I muscoli posturali. Il concetto di catena muscolare o cinetica

 

“Generalmente, la postura viene definita come la disposizione delle parti del corpo”. Kendall trae questa definizione di postura da una relazione del Posture Committee dell’American Academy of Orthopedic Surgeon.

Secondo De Col essa “altro non è che la posizione che il corpo assume… adattandosi e opponendosi all’azione della forza di gravità che lo schiaccia verso il suolo”.

Per postura si intende quindi il modo di atteggiarsi del corpo umano determinato dal suo apparato locomotore in opposizione alla forza di gravità, ergo la posizione del corpo nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei; da ciò si desume l’importanza di concetti come spazialità, antigravità ed equilibrio.

L’idea di spazialità è immediatamente successiva a quella di postura, che infatti è il rapporto del corpo nei tre assi dello spazio. Per quanto riguarda l’equilibrio esso va definito come il miglior rapporto tra il soggetto e l’ambiente circostante; ne deriva che il corpo, sia in statica che in dinamica, assume un equilibrio ottimale a seconda degli stimoli ambientali che riceve e del programma motorio che adotta.

Le funzioni antigravitarie dovrebbero essere attuate con il minor dispendio energetico: proprio l’aspetto “economico” della postura è quello che ne determina la qualità, in quanto essa è ritenuta efficiente quando permette di eseguire un movimento con il minimo sforzo. La postura inoltre si interseca con fattori neurofisiologicibiomeccaniciemotivipsicologici e relazionali.

L’atteggiamento posturale infatti, oltre a condizionare lo stato della muscolatura e delle articolazioni, può anche influenzare la qualità della respirazione, non consentendo agli organi preposti di lavorare in modo corretto, e può inoltre esprimere la personalità di una persona e il suo modo di porsi di fronte agli eventi; una persona stanca ed avvilita, per esempio, mostrerà le spalle cadenti, la schiena curva e la testa inclinata, mentre una persona che ha fiducia in se stessa e nella vita avrà un portamento eretto e nell’insieme più armonioso. Il vissuto di un individuo (determinato da stress, traumi fisici ed emotivi, posizioni professionali errate ripetute e mantenute nel tempo, respirazione scorretta, squilibri biochimici derivati da un’alimentazione non corretta) si riflette infatti nel portamento, e di conseguenza la postura dell’uomo è in costante e progressiva modificazione.

In definitiva la postura è quindi un insieme di riflessi… e di meccanismi psicologici che regolano con la massima economia e in ogni momento sia la struttura neurofisiologica del movimento, che il tono muscolare.

Entrambi questi aspetti sono necessari per il mantenimento di una posizione equilibrata e coordinata, e il tono muscolare in particolare si può considerare il fattore cardine della postura poiché è alla base dell’accomodamento posturale e permette l’esprimersi delle emozioni e degli atteggiamenti.

La complicata funzione del mantenimento della postura richiede l’intervento di una sofisticata “regia” centrale capace di regolare le posizioni assunte di volta in volta e assecondare le varie esigenze motorie.

Per fare questo il sistema nervoso centrale (SNC) si affida ai recettori, dei veri e propri informatori che lo tengono costantemente al corrente di quanto accade fuori e dentro di sé, della condizione e posizione dei muscoli e delle articolazioni, e grazie a questi dati è in grado di mettere a punto le migliori strategie posturali, adattandole ad ogni situazione. L’azione dei propriocettori e degli esterocettori permette al cervello di conoscere la direzione dei movimenti, percepire la presenza di eventuali ostacoli esterni e capire se il nostro corpo è in equilibrio. Le varie informazioni viaggiano attraverso il midollo spinale, il quale costituisce la via di collegamento tra i muscoli, cioè la periferia del nostro corpo, e il SNC. Quando l’informazione arriva al livello centrale viene elaborata e si creano le risposte che verranno poi inviate ai muscoli con la finalità di produrre la postura adeguata alla situazione.

Il nostro sistema muscolare è formato da muscoli della dinamica e muscoli della statica; quelli deputati al controllo posturale sono i muscoli statici o, appunto, muscoli posturali.

Stare in piedi o stare seduti, ad esempio, sono azioni che il nostro corpo deve svolgere continuamente e che si possono prolungare anche per molte ore; per eseguire un compito del genere servono imuscoli posturali in grado di mantenere una contrazione costante nel tempo senza necessità di pause. I più noti sono i muscoli antigravitari, tra i quali il tricipite surale, gli ischio-tibiali e gli spinali, che vanno a comporre la catena muscolare statica posteriore ed hanno il compito di mantenere la verticalità del corpo.

Ma sono ugualmente tonici quei muscoli che hanno il ruolo di sospendere, soprattutto il cingolo scapolare e il torace e che formano la catena muscolare statica anteriore.

Il concetto di catena muscolare o cinetica nasce in ambito fisico come un sistema di trasmissione delle forze composto da segmenti rigidi uniti tra loro tramite giunzioni mobili definite snodi. Il termine viene usato dal punto di vista biomeccanico per definire l’interazione sinergica dei vari segmenti corporei, con lo scopo di eseguire i movimenti.

Secondo Mézières

una catena cinetica è un sistema di muscoli poliarticolari che si ricoprono e si influenzano come le tegole di un tetto tutti gli elementi sono solidali e cooperano insieme.

muscoli posturali si comportano esattamente secondo questo principio e il loro condizionarsi reciprocamente fa si che non si debba focalizzare l’attenzione localmente, ma anzi averne sempre una visione globale.

La muscolatura dinamica, invece, è quella deputata al movimento e come quella statica deve essere resistente, questa deve essere forte.

Questi due gruppi muscolari hanno evidentemente funzioni e capacità differenti ed è da questo concetto che deriva una conclusione fondamentale: l’allenamento di una muscolatura dovrà avere programmi di ginnastica diversi da quello dell’altra. La sollecitazione permanente a cui sono sottoposti i muscoli statici può portare ad un avvicinamento delle loro estremità, che ha come conseguenza un irrigidimento muscolare e, come è noto, un muscolo rigido è un muscolo debole; l’allenamento dovrà quindi prevedere una fase di allungamento, per non accentuare la rigidità, e una fase di lavoro attivo in contrazione isometrica in posizione sempre più eccentrica.