4 motivi per essere gentili. Non solo oggi

5 Dicembre 2014 at 17:31
Il 13 novembre è stata la giornata mondiale della gentilezza. E fra i tanti motivi per cui vale la pena essere ben educati e altruisti, noi ne abbiamo scelti 4. Provati dalla scienza.
gentilezza
La gentilezza è contagiosa: merito (anche) dei neuroni specchio (Foto: Corbis).

CHE COS’È LA GENTILEZZA? 

Spiega Valentina D’Urso, autrice di Le buone maniere, che «ha due facce. La prima è la buona educazione formale e l’osservanza delle regole sociali. Significa avere buone maniere, seguire il galateo, l’etichetta. La seconda, più importante: significa essere brave persone. Ovvero accoglienti, generosi, altruisti».

E poiché un atto cortese e altruista fa bene non solo a chi lo riceve ma anche a chi lo compie (e pertanto all’intera società), ecco 4 motivi buoni (a detta anche della scienza) per cui vale la pena essere gentili.

1. FA BENE ALLA SALUTE.
Essere cortesi e ben disposti verso il prossimo fa bene al cuore: le probabilità di ictus e infarto aumentano in coloro che hanno un temperamento aggressivo. lo ha provato uno studio italo-americano dei ricercatori del National Institute on Aging di Baltimora: hanno preso in esame 5.614 sardi di età compresa fra i 14 e i 94 anni e hanno verificato che i soggetti dotati di un temperamento più competitivo tendono a sviluppare più facilmente un ispessimento delle carotidi e, quindi, il rischio di arresto cardiaco anche del 40% (indipendentemente dagli altri fattori di rischio cardiovascolare più tradizionali, come il fumo, l’ipertensione o il colesterolo alto).

2. È LA MIGLIOR ARMA NELLE LITI
Può risolvere al meglio le liti, anche quelle che possono diventare violente. Perché ha un effetto spiazzante mentre, al contrario, l’aggressività chiama aggressività. Prendiamo la classica lite tra automobilisti. L’altro ci insulta, magari alza pure il dito medio della mano. Che fare? Risponde Daniela Mapelli, docente di neuropsicologia all’Università di Padova: «Nelle situazioni stressanti come queste, dove tutti diamo il peggio di noi, bisognerebbe sforzarsi di chiedere scusa, e farlo sorridendo. L’altro dovrà cambiare completamente registro: il suo cervello sarà costretto a elaborare uno stimolo completamente diverso». Funziona? Provare per credere. Anche se davanti alle ingiustizie, è faticoso.

3. AIUTA NEL LAVORO
Secondo una ricerca di Timothy Judge dell’University of Notre Dame (Usa) le persone più gentili sono meno soggette a licenziamenti in quanto più gradevoli. Secondo Michael Tews, della Pennsylvania State University, i selezionatori di personale per ristoranti scelgono più frequentemente candidati con alti livelli di gradevolezza anche a scapito di altri più intelligenti. Non solo. La gentilezza dà ottimi risultati anche nel lavoro di gruppo. Lo ha dimostrato Jonathan Bohlmann della North Carolina State University creando team sperimentali al lavoro su un progetto. Analizzando quanto i membri del team si sentivano trattati bene dal leader, è emerso che un bravo capo che tratta i colleghi con equità, gentilezza e considerazione, ottiene risultati migliori. Spiega il ricercatore: «I dipendenti, per lavorare al meglio, devono respirare un clima di fiducia, rispetto ed equità. Questo li rende orgogliosi di quello che stanno facendo. E quindi li spinge a lavorare di più».

4. PREVIENE IL BULLISMO A SCUOLA
Insegnare ai bambini la gentilezza fa bene a loro stessi (i bambini gentili sono i più popolari) e anche alla comunità scolastica (previene il bullismo). Lo ha dimostrato uno studio della University of British Columbia su 400 bambini tra i 9 e gli 11 anni di una scuola elementare di Vancouver, in Canada. Spiega la ricercatrice Eva Oberle: «Abbiamo assegnato due compiti differenti a due gruppi di bambini per 4 settimane: un gruppo doveva compiere tre piccoli atti di gentilezza a scelta in un giorno, come condividere la merenda con i compagni o aiutare la mamma a cucinare; un altro doveva recarsi in posti piacevoli, come la casa dei nonni o il parco. Dai test finali è risultato che il grado di felicità e soddisfazione era aumentato in entrambi i gruppi, ma i bambini che avevano compiuto atti di gentilezza erano i più popolari: avevano guadagnato in media 1,5 amici». E, conclude Oberle, «aumentando i livelli di gentilezza in aula si aumentano fiducia e collaborazione. E questo potrebbe prevenire il buillismo».