Aspettando i Campionati Europei
È iniziato il conto alla rovescia per i Campionati Europei di kata, in programma dal 24 al 25 maggio, presso il palasport GeTur di Lignano Sabbiadoro. Ad organizzare la corposa rassegna è un terzetto di società affiliate Libertas: Polisportiva Villanova Pordenone, Kuroki Tarcento e Sport Team Udine. Nella località balneare friulana confluiranno 184 atleti in rappresentanza di 17 nazioni (Italia, Austria, Belgio, Croazia, Spagna, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Romania, Russia, Slovenia, Svizzera e Regno Unito), cui si aggiungono 29 arbitri di 13 differenti nazioni. Gli Europei (giunti alla decima edizione) verteranno su 5 forma di kata: nage no kata, katame no kata, ju no kata, kime no kata e kodokan goshin jitsu, ciascuno ripartito in due fasce di età. In totale saranno quindi 10 le categorie di merito. Nelle arti marziali, i kata sono una serie di movimenti codificati sia d’attacco che di difesa, che rappresentano varie tecniche e tattiche di combattimento dello judo, per la cui esecuzione gli atleti (si praticano in coppia, laddove uno esegue e l’altro subisce) devono esercitare anche un rigoroso autocontrollo sulla respirazione. Necessitano quindi applicazione e concentrazione, alla ricerca della corretta armonia negli specifici movimenti richiesti dalle distinte forme. Tra gli esponenti nazionali di maggior spicco, sui tatami degli Europei si cimenteranno i goriziani Alessandro Furchì e Michele Battorti (tesserati per il Villanova Pordenone, già vicecampioni nel 2012), i coniugi azzanesi Marika Sato e Alfredo Sacilotto (in forza al Kuroki Tarcento, campioni continentali nel 2011), Marco Dotta e Marco Durigon (provengono dal Judo Kiai Atena Libertas Portogruaro), nonché i fuoriclasse Ubaldo Volpi e Maurizio Calderoni (5 volte sul tetto d’Europa). La rassegna si concluderà con una gara di judo show, che vedrà confrontarsi le rappresentative di Olanda e Italia. In quest’ultima militano atleti provenienti dal Polisportiva Libertas Villanova e dal Dopolavoro Ferroviario Libertas Trieste.
Dario Furlan