Consiglio Regionale della Libertas Sicilia: Progetto Libertas contro l’obesità in età scolare

7 Gennaio 2015 at 7:16

Il 27 dicembre scorso, a Catania,  presso l’Hotel Baia Verde , si è riunito il Consiglio Regionale della Libertas Sicilia, convocato dal neo Presidente Regionale Antonio Mazzaglia. All’appuntamento erano presenti tutti i Presidenti dei centri provinciali isolani.

Alla presenza del Presidente Nazionale prof. Gino Musacchia e del prof. Giuseppe Maugeri, della Commissione Nazionale Giudicante, sono state tracciate le linee guida dell’attività sportiva da svolgere nell’anno 2015.

Il recepimento del nuovo Regolamento, tra gli EPS ed il CONI,  comporterà  un cambiamento radicale nel modo di fare sport al livello di promozione sportiva, incentivando la presenza di questo Ente di Promozione Sportiva in tutto il territorio della Sicilia ed avendo presente principalmente l’azione promozionale e propagandistica dello sport per renderlo il più possibile accessibile a tutti.

Altro obiettivo che si vuole perseguire è quello di  dare  sempre più voce ai soggetti diversamente abili per un completo inserimento nella società anche attraverso l’attività motoria sportiva di base.

Ma soprattutto il Presidente Mazzaglia ha lanciato il progetto Libertas contro l’obesità ed il sovrappeso rivolto alle fasce dell’età scolare della Sicilia.

Il progetto, che verrà svolto durante l’arco di tempo di un anno, intende coinvolgere le associazioni Libertas periferiche e gli istituti scolastici in loco e si potrà affiancare all’azione del Coni Sicilia per arginare questo annoso problema che vede la Sicilia primeggiare tra le regioni italiane per fanciulli obesi e l’Italia in Europa.

A conclusione della riunione si è svolta la cerimonia di consegna delle Benemerenze Libertas Sicilia, da parte del Presidente Nazionale Libertas prof. Musacchia, all’On. Giuseppe  Castiglione, al Sen. Salvo Torrisi, al dott. Nico Torrisi ed al Dott. Massimo Pesce.

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Sedentarietà, la causa primaria dell’obesità

18 Agosto 2014 at 16:36

Uno studio ventennale condotto dalla Stanford University, in California, dimostra che gli eccessi alimentari non sono la causa primaria dell’obesità, bensì la sempre minore dose di attività fisica svolta che causa un significativo incremento dell’indice di massa corporea

Dell’emergenza obesità se ne parla sempre di più da diversi anni, anche e soprattutto negli Stati Uniti, paese in cui si cerca di risalire alle radici di un problema che ha enormi implicazioni di natura socio-economica.

Uno studio ventennale, condotto dallaStanford University e da poco conclusosi, evidenzia che gli eccessi alimentari non sono la causa primaria dell’obesità, bensì la sempre minore dose di attività fisica svolta che porta a un significativo incremento dell’indice di massa corporea, sinteticamente nota come BMI.

Il professor Uri Ladabaum, coordinatore della ricerca effettuata dall’ateneo californiano, ha esaminato, insieme al suo team, i seguenti fattori critici: obesità, obesità valutata dalla misura del giro vita, attività fisica e assunzione calorica.

«I risultati emersi dalla nostra indagine – ha spiegato Ladabaum, professore associati di medicina – smentiscono la diffusa convinzione secondo la quale il progressivo e costante incremento del tasso di obesità negli Stati Uniti può essere in primo luogo attribuito a un sostenuto aumento dell’assunzione calorica giornaliera da parte della popolazione. Abbiamo al contrario rilevato che l’incremento del BMI e della misura del giro vita è primariamente attribuibile alla quantità, insufficiente, di attività fisica svolta nel tempo libero, e non alle calorie assunte».

Nel 1994, solo il 19,1% delle donne statunitensi ammetteva di non svolger alcun tipo di attività fisica, ovvero di avere uno stile di vita completamente sedentario e nel 2010 questa percentuale è salita al 51,7%. Per gli uomini, queste percentuali sono passate dall’11,4% del 1994 al 43,5% del 2010. Le donne hanno fatto registrare un incremento annuale del BMI pari allo 0,37%, contro lo 0,27% degli uomini.