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Jigoro Kano

9 Febbraio 2015 at 14:14

I concetti Fondamentali:

Principio

A.A.A. cambio sede

9 Febbraio 2015 at 12:47

Con riferimento all’articolo riguardante il : IV° TROFEO INTTEREGIONALE DI JUDO T.M.N.T. CUP – ABRUZZO
Si comunica che la sede è stata spostata  presso l’impianto sportivo delle Scuole Medie di 65024 – Manoppello Scalo (via Staccioli).

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Postura: legame tra mente e corpo

9 Febbraio 2015 at 12:41

Da La Rivista di Educazione Fisica, Scienze Motorie e Sport | Gennaio 2012

Dentro e fuori di Christian De Martino

Negli ultimi tempi il termine postura è diventato così tanto di uso comune da determinarne quasi un abuso. In questo lavoro definiremo correttamente il suo significato e alcuni aspetti a esso connessi

I corsi a sfondo posturale – rieducazione posturale, postural pilates, yoga posturale ecc. – nascono ormai un po’ ovunque ma mentre in alcuni casi si tratta di attività ben organizzate, altre volte si incappa in attività tenute da chi di postura ne capisce ben poco. Esiste uno stretto rapporto tra postura, dolore, abitudini di movimento e psiche. Cominciamo col darne la definizione: la postura è il risultato dell’interazione funzionale tra le componenti biomeccaniche, neurofisiologiche, psicologiche e psicosomatiche dell’individuo, che si evidenzia con gli atteggiamenti statici e dinamici dei segmenti corporei, variabili in relazione agli obiettivi da perseguire e agli stimoli dell’ambiente (Martinelli – Parodi 2007). Dalla definizione si deduce che la postura non è riconducibile solo a come stiamo in piedi ma a come viviamo la vita a livello spaziale, psicologico e temporale. La postura è spesso intesa esclusivamente come l’atteggiamento nello spazio del capo, della colonna vertebrale, delle spalle, del bacino, degli arti superiori e di quelli inferiori anche se questa visione ne è però solo una parte. Una postura realmente sana è caratterizzata da una naturale grazia nei movimenti e soprattutto da un porsi positivamente nei confronti della vita in generale. Questo fine legame che mette in relazione psiche e corpo è perfezionabile sviluppando una maggiore consapevolezza rispetto alle nostre abitudini fisiche e ai nostri collegamenti emotivi con l’ambiente circostante. Perché dedicarsi a un lavoro individuale così impegnativo? Semplicemente perché il risultato in termini di salute sarebbe davvero considerevole. Postura: legame tra mente e corpo Negli ultimi tempi il termine postura è diventato così tanto di uso comune da determinarne quasi un abuso. In questo lavoro definiremo correttamente il suo significato e alcuni aspetti a esso connessi Cervello e corpo rispondono agli eventi in modo simbiotico, basti pensare che agli eventi immaginati la risposta corporea è uguale a quella evocata nel caso in cui gli stessi eventi fossero reali. Ricordate qualche situazione di pericolo vissuta in passato? Episodi di vita in cui avete dovuto reprimere delle emozioni? Sono tutti momenti in cui voi stessi, o meglio la vostra mente e il vostro corpo, hanno costruito temporaneamente – anche se potrebbe evolvere in una condizione definitiva – una cosiddetta armatura muscolo-fasciale di protezione. È una reazione che determina, come effetto riflesso, una contrazione muscolare con conseguente limitazione della mobilità articolare. In un’ottica psicosomatica si può considerare come il tentativo (ottenuto irrigidendo il corpo) di sentirsi più sicuri e meno vulnerabili. Anche se questa rigidità pseudo-rassicurante interferisce con la naturale fluidità che caratterizza generalmente i gesti degli esseri umani con la conseguente comparsa, a lungo termine, di mal di schiena, cervicalgie, dorsalgie ecc.

Le conseguenze

La tensione muscolo-fasciale distrugge la fluidità del corpo e dei suoi movimenti determinandone il logorio. Le tecniche di rieducazionerilassamento (tra cui ginnastica posturale, bioenergetica, metodo Bertherat, Pancafit, bioginnastica ecc) sono un utilissimo mezzo terapeutico, quasi un’opera di restauro per la fluidità corporea. È innegabile che una minima tensione muscolare sia necessaria – d’altronde la sua assenza non permetterebbe un adeguato adattamento alla forza di gravità – ma l’eccesso risulta decisamente deleterio. Per intenderci ancora meglio: l’essere colpiti da una pallonata o da parole particolarmente severe o offensive porta l’inconscio a reagire come se ci si trovasse di fronte a una minaccia di morte o comunque di pericolo, il che è normale tanto che è anche grazie a questo meccanismo è stata possibile l’evoluzione umana. L’irrigidimento e la restrizione non sono però altro che tentativi naturali di rassicurazione e stabilizzazione sia psichica (in modo da mantenere la calma) sia fisica (per evitare azioni improprie). In conclusione la postura oltre a riflettere la nostra storia intima e personale è anche influenzata dall’ambiente in cui viviamo: il lavoro, la famiglia e la società in genere. Considerando che un mal di schiena può avere tante cause si ritiene un valido aiuto – ma non l’unica soluzione – impegnarsi in un lavoro di consapevolezza posturale (preferibilmente seguito da personale competente, magari laureato in scienze motorie o diplomato Isef) che tramuti il tempo investito in un risultato di salute e benessere. Quanto detto potrà sembrare strano ma, per i legami messi in evidenza, come dice Ken Dychtwald: “… finché una persona è viva, non è mai un corpo separato dalla mente …” (Psicosoma, edizioni Astrolabio – Roma, 1978).

 

Tolmezzo a Conegliano

9 Febbraio 2015 at 12:01

La domenica mattina inizia con gli incontri delle Cadette Mari Lara e Vuk Betty. Lara, nella categoria -57kg si prende la soddisfazione di un bel 3° posto conquistato con 5 incontri ben gestiti; Betty nella categoria -70kg dopo 4 incontri si ferma al 5° posto. Zarabara Mattia nella categoria -90kg incontra uno di seguito all’altro due soggetti tosti ed arriva al 9° posto in classifica.

E’ il turno delle Esordienti B Biscosi Giorgia e Doriguzzi Breatta Annalisa, entrambe con un incontro vinto e due persi arrivano rispettivamente 9^ nella categoria -52kg e 7^ nella -57kg.

 

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Attività weekend 7-8 febbraio 2015 A.S.D. Judo Club Segrate‏

9 Febbraio 2015 at 7:56

Sabato 7 febbraio presso la palestra della Associazione si è svolta la seconda prova del “Trofeo del Piccolo Samurai 2015”; a cui hanno partecipato con entusiasmo oltre 100 giovani atleti in rappresentanza delle 5 società aderenti al trofeo (33 RA, 41 FA, 27 BA, 2 PU).Prova valida come seconda tappa del Campionato Provinciale Libertas Milano.

Sempre sabato 7 febbraio, invece a Conegliano Veneto, Valentina Turla e Luca D’Apice (del C.S. Marassi Judo ma che si allena a Segrate) hanno partecipato al Trofeo Internazionale “Città di Vittorio Veneto” (gara valevole per il Gran Prix Nazionale JU/SE e per la Ranking List Nazionale), riportando i seguenti risultati:

Cognome

Nome

Anno

Categoria

Classe

Classifica

Turla

Valentina

1990

+78 Kg.

SE

3° posto

D’Apice

Luca

1991

+100 Kg.

SE

5° posto

Domenica 8 febbraio a Ciserano (BG) per gli ES A Zanetti Filippo ha debuttato nel Gran Premio Regionale ES A riportando il seguente risultato:

Cognome

Nome

Anno

Categoria

Classe

Classifica

Zanetti

Filippo

2003

36 Kg.

ESO A

7° posto

Bambini all’aria aperta quando fa freddo? E’ il miglior modo per NON farli ammalare!

6 Febbraio 2015 at 12:48
da eticamente.net

Volete che il vostro bambino non si ammali? Fatelo giocare all’aria aperta, anche quando fa freddo!

Chissà quante volte, nel vedere fuori brutto tempo e, in particolar modo, le temperature molto basse, avete evitato di uscire all’aria aperta con i vostri figli per timore di farli ammalare.

In questi casi, infatti, meglio tenerli al calduccio no? Lontani da minacce esterne e da quel freddo micidiale che rischia di far venire un malanno a chiunque, specie ai bambini. Meglio “proteggerli” e lasciarli al calduccio.

Eh no, invece no. Nulla di più errato. Ovviamente non vi stiamo dicendo di fare l’esatto contrario in qualunque caso, ma sappiate che i bambini, all’aria aperta, corrono molti meno rischi infettivi di quando si trovano, invece, in locali chiusi. Inoltre respirano un’aria di sicuro migliore dell’aria che vi è negli ambienti chiusi!

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A sostenerlo è Susanna Esposito, direttore della UOC Pediatria 1 Clinicadella Fondazione Policlinico di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP), che nasce dalla volontà di un gruppo di medici esperti  in infettivologia pediatrica con l’intento di perseguire e allargare gli interessi della Società Italiana di Pediatria (SIP) in quest’ambito.

Se i bambini vengono ben coperti e portati fuori all’aria aperta, infatti, hanno minori possibilità di essere esposti agli agenti infettivi rispetto a luoghi chiusi, come per esempio le scuole o quant’altro, dove gli agenti infettivi di quanti ne hanno restano più a lungo.

Dice infatti l’esperta:

“Con l’arrivo delle temperature fredde, i genitori hanno paura di lasciare i figli all’aria aperta, perché temono per la loro salute. In realtà, se ben coperti e portati fuori nelle ore centrali della giornata, hanno minori possibilità di essere esposti agli agenti infettivi di quante ne hanno se rimangono a lungo in luoghi poco areati. Infatti, i contatti ravvicinati con altri bambini o, più in generale, con i soggetti malati, sono una delle principali modalità di trasmissione delle malattie infettive…”

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Il miglior modo di proteggere il bambino, dunque, non è quello di tenerlo in casa o in qualche luogo chiuso al calduccio, ma quello di farlo uscire a patto che sia vestito adeguatamente: mai dimenticare il cappello, una sciarpa e dei guanti se le temperature sono davvero molto molto basse.

Questo è molto importante perchè coprire orecchie e gola può prevenire l’insorgere di otiti e bronchioliti, molto frequenti in questa stagione.

Per il resto, i bambini hanno solo bisogno di essere solo un po’ più coperti di quanto si veste, invece, una persona adulta. Questo perchè duranti i primi anni di vita, i bambini hanno una minore capacità di termoregolazione.

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L’importanza dello sport e dell’attività fisica nei bambini

Un altra cosa da non sottovalutare, poi, è lo sport. Avvicinare i bambini alla sport già in tenera età, infatti, accresce e mantiene vivo l’interesse verso il movimento e l’attività fisica anche nelle età successive.

Bisogna avvicinare il bambino all’attività fisica e sportiva con l’intento di farlo divertire, così che possa vederlo più come un “gioco”, facendogli allo stesso tempo acquisire le abilità necessarie per progredire nell’ambito sportivo e farla diventare una vera e propria abitudine anche quando diventa più grande.

Non solo. L’attività fisica e sportiva, infatti, aiuta il bambino a tonificare il proprio corpo e a renderlo più resistente agli agenti esterni, specie se praticato all’esterno, dove il bambino è a contatto con la terra, con l’erba, con il freddo, così come con il caldo.

Per non parlare del fatto che, se il bambino è molto timido e introverso, praticare attività sportiva aiuterà la sua autostima e lo stimolerà a confrontarsi con i suoi coetanei.

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Altri accorgimenti da seguire

Volendo prestare attenzione seguendo altri piccoli accorgimenti, il consiglio è quello di arieggiare le stanze della vostra casa almeno una o due volta al giorno.

Inoltre bisogna evitare il contatto con soggetti malati, inclusi parenti anche di età adulta con sintomi respiratori modesti.

Ci si ammala non tanto perchè fuori fa freddo, più perchè a causa del freddo ci barrichiamo in casa o in ambienti chiusi, magari accendendo pure i riscaldamenti che, già da soli, possono irritare le mucose respiratorie.

Pensiamo dunque alla scuola per esempio: trenta bambini che respirano in un’unica classe chiusa, magari con i riscaldamenti accesi, rappresentano una vera e propria bomba infettiva.

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Un errore comune è quello di considerare il bambino “malato” solo quando ha la febbre. La febbre, infatti, è solo un sintomo e non una malattia, e non è affatto vero che con la febbre non si possa uscire fuori di casa. La febbre, infatti, febbre non è un’emergenza e non si abbassa con gli antibiotici, ma somministrando un antipiretico.

Quando il bambino ha la febbre, al massimo, non deve andare a scuola, ma è sbagliato dire che non può uscire. Inoltre, il bambino non dovrebbe andare a scuola anche le sue condizioni generali, al di là della febbre, non sono ottimali: ovviamente sta al genitore capire se sia il caso di mandarlo a scuola o meno.

La febbre non è una malattia, ma un “sintomo” che deve fare il suo corso

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Quando il vostro bambino ha la febbre, dovete lasciare che questa faccia il suo corso. La febbre, infatti, è un processo biologico naturale e non deve essere vista come una “malattia” da guarire nell’immediato.

La febbre è uno stato patologico temporaneo che comporta un’alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamica e una conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale (circa 37 gradi Celsius per gli esseri umani in condizioni basali).

L’aumento della temperatura corporea viene causato da sostanze che si liberano durante la produzione delle difese naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo del bambino si difende quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da un batterio, che prediligono una temperatura più bassa: il corpo, con l’innalzamento della temperatura, viene infatti reso più svantaggioso per gli organismi invasori.

Bene, tradotto in termini ancora più semplici, la febbre è un’ottima difesa per l’attacco da parte di virus e batteri, una “cura” del tutto naturale che deve fare il suo corso per poter difendere il nostro organismo.

Ergo, quando il vostro bambino ha la febbre non fate scattare subito il campanello d’allarme e non imbottitelo di farmaci. Piuttosto, consultate il medico se la febbre prolungata e se è associata, per esempio, a tosse e dolore toracico.

Nanna Sotto Zero nei Paesi Nordici: i Bambini Dormono Fuori per la Loro Salute

6 Febbraio 2015 at 12:45
da eticamente.net

 

Noi italiani facciamo fatica a lasciare i nostri figli fuori all’aperto durante la stagione invernale, figuriamoci a dormire! Ma con un’adeguata copertura termica, nei paesi nordici esiste la pratica della “nanna sotto zero”.

In Italia si ricoprono i bambini di giacconi super imbottiti, sciarpe, guanti, cappelli e calzettoni pesanti ma solo se fa bello li facciamo uscire. Se piove o peggio se nevica si sta in casa al caldo… ma anche altre società si comportano così? Proprio per niente, i popoli nordici lasciano i propri figli in balia delle intemperie invernali, ore ed ore fuori al freddo a giocare, a correre e saltare in mezzo alla neve. E non solo bambini in età scolare, anche i più piccini vengono lasciati a dormire in carrozzine fuori al freddo. Madri snaturate? Tutt’altro! Lo fanno per la loro salute!

E’ facile vedere bimbi scorrazzati su biciclette durante una bufera di neve, ogni scuola e ogni asilo prevedono attività all’aria aperta in inverno, cosa che in Italia sarebbe sicuramente mal vista.

Ma il corpo deve abituarsi e il sistema immunitario deve saper reagire ai cambi di stagione e alle intemperie per temprare il corpo; pioggia, neve e gelo non sono un ostacolo alle attività all’aria aperta per nessuno: dal bimbo più piccolo al nonno. La salute ne giova e sembra proprio che i nordici stiano in salute, nessuno “sterminio da gelo” anzi!

Nanna Sotto Zero

Ma è normale la nanna sotto zero?

Certamente! Anzi è la temperatura ideale per un sonnellino secondo la pratica della “nanna sotto zero“, molto comune in tutti i paesi nordici nei quali si tende a lasciare i bambini a dormire al freddo, spesso anche fuori dal ristorante nel passeggino!

La pratica della nanna sotto zero nasce negli anni venti grazie al pediatra Arvo Ylppö; in quegli anni il tasso di mortalità si abbassò drasticamente proprio grazie alla pratica suggerita dal pediatra, di far dormire i bimbi a temperature tra i -10° e i -15°.

Aria fresca (fredda a dire il vero) ed esposizione al sole prevenivano il rachitismo e aumentavano l’immunità ai batteri. Pensate che vengono fatti dormire all’aperto i bambini di due settimane, una volta alla settimana con temperature che oscillano dai -27° ai 5°C. Un recente studio dell’Universita di Oulu ha stabilito che i bambini dormono meglio all’aria aperta e la temperatura esterna ideale sarebbe di -5°C. 

I bambini che dormono all’aperto dormono di più e al loro risveglio risultano più attivi, forse anche dovuto al fatto della maggiore ossigenazione del sangue, l’importante è indossare sempre abiti adatti, caldi e impermeabili per non rimanere bagnati, per il resto il freddo non deve essere un impedimento alle uscite e alle attività anzi stare all’aria aperta, in particolar modo quando c’è il sole, che aiuta la produzione della vitamina D necessaria al corretto funzionamento dell’organismo. Visto che nei paesi nordici il sole non è poi così presente stare il più possibile all’aria aperta aiuta ad esserne più esposti: ecco che anche i neonati ben vestiti e all’interno della loro carrozzina durante i loro sonnellini vengono posizionati sul terrazzino, in giardino o in veranda per respirare aria pulita e per prendere un pò di sole.

Nanna Sotto Zero

E’ fondamentale l’esposizione al sole che trasforma i raggi ultravioletti in una forma di vitamina D superattiva utile nella prevenzione di numerose malattie.

Per approfondire l’argomento riguardante la Vitamina D e la sua correlazione con la luce del sole e la prevenzione delle malattie è possibile leggere The China Study“, uno studio epidemiologico per determinare la correlazione tra alimentazione, condizioni ambientali, tradizioni sociali e malattie, condotto dal biochimico statunitense, nutrizionista, professore emerito di Nutrizione e Biochimica alla Cornell University, T. Colin Campbell.

Ora che conoscete una nuova usanza dei paesi nordici, pensate che potreste metterla in pratica anche qui? Forse sareste accusati di maltrattamento dalla maggior parte delle persone, ma sappiate che ai bambini fa bene stare all’aria aperta quindi approfittatene in ogni occasione, in ogni stagione e con ogni condizione climatica! Viva la vita all’aria aperta!

Caro papà: voglio solo divertirmi, non essere il più forte!

5 Febbraio 2015 at 15:48

I bambini che praticano uno sport lo devono poter fare per passione, per divertimento, per liberare le proprie emozioni. Fare sport per pura competizione non è educativo e può rivelarsi una fonte di ansia e stress.

Proprio per questo motivo oggi vogliamo dedicare a tutti gli adulti questa lettera. Sono parole rivolte ai papà ma si possono estendere anche a tutti gli adulti, agli educatori, agli insegnanti, ai genitori.

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«Caro papà, lo sai che quasi mi mettevo a piangere dalla rabbia domenica quando ti sei attaccato alla rete urlando contro l’arbitro? Io non ti avevo mai visto così arrabbiato. Forse sarà anche vero che lui (l’arbitro) ha sbagliato; ma quante volte io ho fatto degli errori senza che tu dicessi niente? Anche se ho perso la partita per colpa dell’arbitro, come dici tu, mi sono divertito lo stesso.
Papà capisci, io voglio solo giocare, ti prego, lasciamela questa gioia, non darmi suggerimenti che mi fanno solo innervosire: tira, passa, buttalo giù. Mi hai sempre insegnato a rispettare tutti, anche l’arbitro e gli avversari e di essere educato… e se ‘buttassero giù’ me, quante parolacce diresti? Un’altra cosa papà: quando il mister mi sostituisce o non mi fa giocare, non arrabbiarti, io mi diverto lo stesso anche a vedere i miei amici stando seduto in panchina, siamo in tanti ed è giusto fare giocare tutti. Scusami papà, ma, non dire alla mamma al ritorno dalla partita: ‘oggi ha vinto’ o ‘ha perso’; dille soltanto che mi sono divertito tanto e basta.
E poi, non raccontare ti prego che ho vinto perché ho fatto un gol bellissimo; non è vero papà! Ho buttato dentro il pallone perché il mio amico mi ha fatto un bel passaggio. E ascoltami papà: al termine della partita, non venire nello spogliatoio per vedere se faccio bene la doccia o se so bene vestirmi, che importanza ha se mi metto la maglietta storta? Papà devo imparare da solo! Sta sicuro che diventerò grande anche se avrò la maglietta rovesciata! E lascia portare a me il borsone: vedi? C’è stampato il nome della mia squadra e mi fa piacere far vedere a tutti che io gioco a pallone. Non prendertela papà, se io ti ho detto queste cose, lo sai che io ti voglio tanto bene. Ciao».

Se il Judo Unisce la guerra divide

5 Febbraio 2015 at 15:44
da judovittorioveneto.net

Nonostante il conflitto e le difficoltà del loro paese, gli atleti dell’Ukraina parteciperanno ugualmente al Torneo di Judo Vittorio Veneto.

Il 7-8 Febbraio 2015, al palasport “Zoppas Arena di Conegliano si svolgerà la 27^ edizione del Torneo Internazionale di Judo Vittorio Veneto. La gara oltre ad accogliere migliaia di atleti da tutta Italia, vedrà arrivare anche numerosi judoka da tutta Europa, in rappresentanza di almeno 18 diverse nazionalità. Fra queste, periodicamente ci sono stati anche atleti provenienti da paesi con difficoltà non indifferenti.  Nel periodo della guerra nei Balcani ad esempio, al Torneo di Vittorio Veneto arrivarono in gara judoka di nazionalità opposte tra loro, che da noi si sfidavano lealmente sulle materassine di gara, mentre a casa loro si sparavano su fronti opposti. Ora è il turno dell’ Ukraina, dove com’è noto ai problemi economici e politici si sommano quelli di un conflitto che ha già fatto migliaia di morti.  Nonostante ciò, gli atleti di questo paese saranno ugualmente in gara allo “Zoppas Arena” di Conegliano, dove troveranno quei russi coi quali non è che in questo periodo vadano politicamente molto d’accordo. Per noi italiani che viviamo in pace da settant’ anni  è difficile entrare in quest’ordine ordine di idee, ma se non altro i loro problemi ci fanno apprezzare la fortuna di appartenere ad un’ Europa senza confini da contendersi. A completare l’accoglienza di buona parte degli atleti stranieri,  c’è da ricordare che le famiglie del Judo Vittorio Veneto da sempre li ospitano in casa loro durante i giorni della gara. Questa tradizione, oltre ad abbattere preconcetti e superare le paure del “diverso da noi” ha fatto nascere negli anni molte amicizie tra persone che non avrebbero  altrimenti mai avuto l’ occasione di conoscersi ed apprezzarsi. In definitiva la quasi trentennale esperienza del Torneo del Judo Vittorio Veneto, insegna che se la guerra divide lo sport ed in particolare il Judo uniscono.

16° incontro giovanile

5 Febbraio 2015 at 15:38

Il 16° incontro giovanile(riservato a bambini dai 3 ai 10 anni) , organizzato dalla ASD Orizon Judo Libertas e la Polisportiva di Villa Cortese con il patrocinio del Centro Nazionale Sportivo Libertas  ha fatto ancora centro; 300 bambini partecipanti che arrivavano oltre che dalle società organizzatrici anche dai seguenti centri: Pro-Patria Busto Arsizio- CSG Busto Garolfo – Judo Nerviano- Judo Parabiago- Fujiyama Milano –  Budokan Olgiate Comasco- Judo Castellanza – Budokan Tre Valli- GS Libertas Dairago – Judo Legnano.

Grande soddisfazione sia degli organizzatori che dei partecipanti che in sole 2 ore mezza hanno fatto incontrare i 300 mini judoka in uno spirito amichevole e divertente. Un ringraziamento speciale a tutti i partecipanti e soprattutto alla Nostra federazione Libertas che ci ha fornito le medaglie per i partecipanti,  a tutti gli sponsor ( Ottica Cheroni, Bandera Sergio e all’amico Jimmy) e senza dimenticarci di tutti i giovani volontari che hanno dedicato la loro domenica ai più piccoli.

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