Bando Progetto 2016:”……NESSUNO ESCLUSO ” – L’inclusione sociale ed educativa attraverso lo sport

12 Febbraio 2016 at 7:39

Il Centro Nazionale Sportivo Libertas ha organizzato per l’anno 2016 il Progetto: “……NESSUNO ESCLUSO ” L’inclusione sociale ed educativa attraverso lo sport: secondo quanto previsto dal Regolamento degli Enti di Promozione Sportiva approvato da Coni il deliberazione 1525 del 28 ottobre 2014.(articolo 17 punti 3 e 9)

Nel progetto proposto dal nostro ente per l’anno 2016 si impiegherà la pratica sportiva come strumento propedeutico per contrastare il rischio di esclusione sociale e promuovere l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro di giovani ed adulti, perseguendo i seguenti obiettivi principali.

Bando 2016

Scheda progetto 2016

TRE NON VEDENTI DIVENTATI CINTURE NERE VISITANO SINDACO UDINE

12 Febbraio 2016 at 7:37

Luca Davanzo, Samanta De Rosa e Riccardo Marinatto sono i primi tre non vedenti che con uno specifico programma dello Sport Team Judo Udine hanno ottenuto la Cintura nera I dan dopo un percorso durato sette anni e che questa sera sono stati in visita dal sindaco di Udine, Furio Honsell che, con l’assessore comunale allo sport, Raffaella Basana, e gli altri membri di giunta Pizza, Del Torre e Avanzi, li ha ricevuti a Palazzo d’Aronco, presenti i presidenti della società udinese che li ha formati, Luigi Girardi, e della Libertas regionale, cui la stessa è affiliata, Bernardino Ceccarelli.  Le tre nuove Cinture nere – ha ricordato Girardi nell’incontro – hanno seguito dal 2009 lo specifico Progetto judo e disabilità visive: corso pilota per persone cieche e ipovedenti, che viene realizzato con la collaborazione della sezione provinciale di Udine dell’Unione Italiana Ciechi, del Comitato Italiano Paralimpico del Friuli Venezia Giulia del Centro Nazionale Sportivo Libertas. Girardi, che è cintura nera 6° dan ed è responsabile regionale del Comitato Regionale FVG Settore judo per l’attività sportiva con persone disabili, si avvale della collaborazione di istruttori altamente specializzati ed i corsi del team da lui presieduto si articolano il segmenti di nove mesi e sono ospitati due sere alla settimana nella palestra della scuola media udinese Ellero. Il progetto judo e disabilità visive, che gode anche della collaborazione dell’Ambulatorio di Medicina dello Sport per la persona disabile dell’Istituto di Medicina Fisica e Riabilitazione Gervasutta, di Udine, aveva avuto inizio con otto giovani ed ora, dopo Davanzo, Derosa e Marinatto, stanno per ottenere la Cintura nera I dan altri tre atleti.  Il presidente della Libertas Regionale, Ceccarelli, ha affermato nell’occasione che “è ammirevole che una società come lo Sport Team Judo Udine, oltre a sviluppare un programma per avvicinare tanti giovani allo sport, riesca a impegnarsi, ed a così alto livello, anche per inserire i disabili; Ceccarelli ha poi sottolineato che la società udinese è l’unica nel settore che svolge un simile programma in provincia di Udine, mentre un’altra, sempre affiliata Libertas, lavora con i non vedenti è a Villanova di Pordenone. Si tratta di realtà – ha concluso Ceccarelli – che con il loro operato danno grande prestigio e orgoglio alla Libertas e che rappresentano al meglio lo spirito dell’ Ente di promozione sportiva di  lavorare per tutti e di avvicinare il maggiore numero possibile di persone allo sport, che è da sempre anche scuola di vita”.  

Da parte sua, il sindaco Honsell, nel ricevere dagli ospiti una targa con le loro immagini con la Cintura nera, ha espresso il compiacimento della municipalità e proprio per il traguardo raggiunto dai tre atleti, uno dei quali – ha ricordato – è stato anche suo studente di informatica, e si è compiaciuto per l’opera meritoria e rara svolta dalla Società che li ha preparati, superando difficoltà – ha soggiunto richiamandosi a quanto spiegato da Girardi in precedenza – che sono enormi. Gli atleti ciechi, infatti, non potendo vedere i gesti tecnici  impostati dall’avversario, devono affidarsi a quanto detto dall’istruttore e al loro istinto. Il sindaco si è anche informato sul percorso seguito per conseguire la Cintura nera, dagli inizi fino all’esame finale con una giuria federale, che si è svolto il mese scorso a Lignano. Infine, Honsell si è soffermato sull’impegno del Comune nei confronti dei diversamente abili e ha assicurato che impegnerà in prima persona per completare al più presto il programmano sistema di avvisatori acustici ai semafori, quantomeno negli attraversamenti cittadini più difficili e più usati.

Cerimonia Judo Honsell

Aggiornamenti dalle Società Libertas

26 Gennaio 2016 at 10:58

Riportiamo alcuni articoli che sono stati pubblicati nei siti delle varie società Libertas per tenervi aggiornati su risutati, attività e curiosità delle nostre società affiliate:

KUMIAI

Oro della Simeoli e bronzo di Aramu nel Gran Prix Alpe Adria Junior
Oro con Aramu e Simeoli, bronzo di Avila al 21.imo Gran Prix Alpe Adria
Fiocco Azzurro al Kumiai

KUROKI

Gloria Venchiarutti e Gianluca Tieppo cinture nere
Iacopo Bardus protagonista di fine anno

KSDK PARMA

21° Trofeo Alpe Adria
Premiazione 2015 – Presentazione 2016

Attività Judo Vittorio Veneto

26 Gennaio 2016 at 10:52

Ecco alcuni articoli (LINK) riguardati le recenti attività del Judo Libertas Vittorio Veneto:

Judoka vittoriesi convocati a Bruxelles

Il Judo Vittorio Veneto sul podio anche a Lavis

Primo podio dell’anno per il Judo Vittorio Veneto

Il Judo Vittorio Veneto rimette a nuovo il Palasport

16° CORSO NAZIONALE CONI PER ESPERTI DI PREPARAZIONE FISICA

22 Gennaio 2016 at 7:15
Il concetto di preparazione fisica è notevolmente cambiato negli ultimi anni, di conseguenza la formazione degli esperti in questa parte fondamentale della preparazione di atleti e squadre è mutata radicalmente. Per formare al meglio i moderni preparatori fisici occorre analizzare a fondo le funzioni che deve ricoprire chi assume questo ruolo, considerando in primo luogo tutti i fattori riguardanti gli aspetti condizionali della preparazione e tenendo per di più conto anche degli altri fattori limitanti la prestazione. L’efficacia di una moderna preparazione è sempre più caratterizzata da una adeguata integrazione tra lo sviluppo delle capacità organico-muscolari ed un aumento del livello delle abilità tecniche specifiche della disciplina sportiva. Per questo il Corso, oltre a fornire le conoscenze più avanzate nel campo dello sviluppo della condizione fisica, indicherà quali sono le migliori pratiche per quel che riguarda l’allenamento integrato. Esercitazioni pratiche in palestra ed in campo rappresenteranno una parte rilevante della didattica: saranno infatti approfonditi gli aspetti pratici della preparazione fisica e saranno presentate modalità esecutive di valutazione dei diversi fattori della prestazione. Una importanza particolare sarà dedicata alla gestione dei dati della valutazione attraverso alcune tecniche statistiche di elaborazione dei dati.

DIDATTICA
Il Corso, articolato in tre moduli didattici e una sessione di valutazione finale, prevede l’utilizzo di diverse metodologie didattiche: lezioni frontali, esercitazioni pratiche, lavori di gruppo, tavole rotonde, fasi di formazione a distanza e la realizzazione di un lavoro individuale che riguarda la disciplina in cui opera il preparatore. Tale lavoro dovrà essere elaborato seguendo le indicazioni illustrate in appositi incontri durante il corso e dovrà essere presentato in occasione della sessione di valutazione finale.

MODULI
I tre moduli didattici riguardano i seguenti contenuti generali:

1 modulo – Ruolo, competenze e conoscenze dell’Esperto di Preparazione Fisica. Modelli di prestazione delle attività sportive – 15-19 febbraio
2 modulo – Valutazione funzionale e da campo delle capacità di prestazione sportiva. Prevenzione e recupero degli infortuni – 4-8 aprile
3 modulo – Costruzione delle sedute di preparazione: preatletismo generale e speciale, a carico naturale e con sovraccarico 6-10 giugno

Valutazione finale 24 giugno

Durante il Corso è prevista anche la partecipazione gratuita a tre seminari:
– Core & Functional training: due facce della stessa medaglia 17 febbraio
– L’overtraining e il recupero 6 aprile
– La forza nei giochi sportivi 8 giugno

DESTINATARI
Tecnici delle diverse discipline sportive in possesso di una formazione equiparabile al II livello di una FSN.

CREDITI FORMATIVI
In accordo con lo SNaQ, il Corso permette il conseguimento di 30 Crediti Formativi, attraverso le diverse modalità formative: in presenza, attraverso lo studio personale e con la produzione di un elaborato finale. Al termine del Corso, superata la valutazione finale, si acquisirà la qualifica di Esperto di preparazione fisica.

DOVE
Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti”, Largo G. Onesti 1, ROMA

QUOTA
€ 1.200 + € 2 (bollo amministrativo)

SCONTI E CONVENZIONI
€ 1.080 + € 2 (bollo amministrativo): FSN/DSA/EPS, Sport in Uniforme, Community SdS, Società Sportive iscritte al Registro Coni, laureati in Scienze Motorie o diplomati Isef

MODALITÀ DI ISCRIZIONE
Il Corso è a numero chiuso (30 partecipanti). L’iscrizione è subordinata all’accettazione della domanda di ammissione che dovrà essere inviata insieme alla scheda curriculum vitae entro lunedì 1 febbraio. Ricevuta la mail di conferma dell’ammissione, occorre registrarsi al sito della Scuola dello Sport e compilare la domanda di iscrizione presente all’interno della scheda del corso.

Scarica la domanda di ammissione del corso
Scarica la scheda curriculum vitae
Scarica il bando di ammissione

IMPORTANTE: sia la domanda del corso che la scheda CV, vanno scaricate e salvate sul desktop.
Dopo averle salvate:
– aprire esclusivamente i files con Adobe Reader;
– compilare ogni campo;
– salvare;
– inviare come allegato a sds_didattica@coni.it

INFORMAZIONI
Tel: 06/3272.9101/9116
E-mail: sds_catalogo@coni.it

CODICE CORSO
B1-02-16

Aggiornamenti dal KSDK Parma

19 Gennaio 2016 at 19:38

Ecco tutte le attività organizzate e a cui ha partecipato il KSDK Parma:

4° Trofeo di Mini Judo “Città di Modena”

Trofeo Cinture Colorate “Città di Modena”

Il grande evento poi delle premiazioni:

Premiazione 2015

Per finire poi con una bel compito eseguito da un giovane judoka:

Chi è il Maestro?

Festa d’inverno 2016

19 Gennaio 2016 at 19:34

Tolmezzo, 9 Gennaio 2016

Festa d’Inverno al Judo Club Tolmezzo: un appuntamento che riunisce i judoka di tutte le età e le loro famiglie per una serata tutti insieme, per conoscere compagni di Club. Gradito ospite è stato il sindaco della Città di Tolmezzo Francesco Brollo.

Dopo le attività sul tatami è stato il momento dei riconoscimenti per l’attività svolta nell’anno 2015 e per i tanto attesi passaggi di grado. In particolare, hanno ricevuto il diploma i più giovani per la frequentazione del corso di Mini-Judo e tre atlete per i risultati agonistici ottenuti:

– Annalisa Doriguzzi Breatta: la più presente in gara (con 18 partecipazioni e 47 incontri disputati ha ottenuto nel 2015 5 medaglie d’oro, 2 d’argeno e 7 di bronzo);

– Gaia Mari: prima del medagliere “giovanissimi” (con 12 gare e 30 incontri disputati ha ottenuto 7 medaglie d’oro, 3 d’argento e 2 di bronzo);

– Betty Vuk: prima del medagliere agonisti (con 13 gare e 40 incontri disputati ha ottenuto 8 medaglie d’oro e 4 d’argento).

Hanno acquisito il grado di…

Cintura bianca superiore: Cintura gialla:
Bonanni Ivan Pastorino Mattia
Conte Sirio Vuk Eva
Zinutti Davide De Ninno Chiara
Campaner Nicholas Floreani Alex
Concina Angela Cargnelutti Gabriele
Mazzilis Michele Dionisio Fabio
Fior Giovanni Angelo Gortani Anthony
Florida Gabriele
Indri Dennis

 

Cintura gialla superiore: Cintura arancione:
Candotti Riccardo Paul Michele
Cappello Giacomo
Cassutti Alex

 

Cintura verde: Cintura blu: Cintura blu superiore:
Pasqui Francesco Serli Miguel Mari Gaia
Buzzurro Alessandro

La serata è poi proseguita con la cena sociale presso l’Albergo – Ristorante Al Benvenuto di Tolmezzo.

Le attività invernali del KSDK Parma

8 Gennaio 2016 at 12:56

Pausa invernale intensa per il KSDK Parma che ha partecipato con i vari gruppi a moltissime attività. Eccovi i link delle recensioni delle varie esperienze:

ANDREIS 2016

17° WINTER CAMP

STAGE CENTRO SPORTIVO POMILIA

20° NATALE JUDO CAMP BARDONECCHIA

50 anni di judo, 60 anni di vita

8 Gennaio 2016 at 12:51
da: http://www.judokuroki.com/

Lettera di Stefano Stefanel:

Sono nato il 18 gennaio 1956 e nel gennaio del 1966 mia madre mi ha portato a judo nel Yama Arashi di Udine. Sono stato allievo soprattutto di Minoru Kuroki e di Katsuyoshi Takata (divertente che si chiedano in giro informazioni su Takata e non si chieda nulla a chi è stato suo allievo per quattro anni) nel Tenri Udine, sono transitato poi nella Società Ginnastica Triestina e nel Judokai Università di Tenri di Codroipo prima di fondare nel 1981 il Judo Kuroki Tarcento.

Dunque nel 2016 festeggerò 60 anni di vita e 50 anni di judo: due traguardi per me importanti che dedico ad Angelin mio padre e a Mariolina, mia madre, che ho perso in modo improvviso il primo nel 1978 e la seconda nel 2015.

Di recente ho partecipato al bellissimo Stage degli Alti Gradi a Parma, dove ho ritrovato tanti protagonisti di questi 50 anni di judo. Una bel momento di judo e di cultura sportiva, che è anche un modo per dire che per andare avanti bisogna capire cosa c’è dietro. Poi tornando in palestra ho visto due vecchie foto che mi ritraggono molto più giovane, quando non ero affatto un alto grado. Sono due foto particolari perché sono insieme a due “ragazzi che come me amavano” il judo e che oggi non ci sono più. Con Furio De Denaro ho condiviso i momenti più importanti della mia vita sportiva, quelli che mi hanno portato da atleta a tecnico e poi a dirigente. Con Raffaele Ottone ho condiviso molti momenti sportivi, sul tatami, da leali avversari.

Il Judo Kuroki Tarcento e la Fijlkam sono le grandi storie della mia vita sportiva e sono abbastanza note. Non credo serva a niente enumerare. In questo momento voglio guardare avanti e cito solo chi non c’è più. Come Matteo Pellicone, a cui devo moltissimo e da cui ho imparato ad essere quello che sono nello sport.

Il 24 settembre nella Palestra del Judo Kuroki terrò una breve lezione con questo titolo: “Due o tre cose che so sul judo”. Tutti quelli che vogliono festeggiare i miei 50 anni di judo sono invitati.

Stefano Stefanel

Marcello Bernardi : riflessioni sul judo

30 Dicembre 2015 at 16:53

DI seguito delle riflessioni del Dott. Marcello Bernardi (illustre pediatra di fama internazionale, cintura nera 3° dan di judo)

Il judo continua a essere uno sconosciuto, affascinante sì, ma anche sospetto. E continua a esserlo nonostante la sua diffusione ormai più che ragguardevole. E’ convinzione abbastanza comune che si tratti essenzialmente di una tecnica di difesa personale e di uno strumento di autorassicurazione fisica e psicologica. In definitiva, di un’arma. Ma ciò che normalmente non si sa è che chi possiede quest’arma tende per lo più a non usarla come tale.
E quanto meglio la conosce, tanto meno si sente portato a impiegarla. La cosa è logica, come vedremo subito, e dipende da questo: se è vero che il judo è un efficacissimo mezzo difensivo e offensivo, è altrettanto vero che non è solo questo. Il judo è anche un’arma, ma il suo spirito va ben oltre un simile aspetto superficiale e grossolano.
Moltissimi sono convinti che il judo sia uno sport. E’ vero: lo è. Ci sono le gare e i campionati a livello locale, regionale, nazionale, internazionale, mondiale e olimpionico, ci sono coppe, federazioni, associazioni, medaglie, diplomi, eccetera; ci sono gli allenamenti, la ginnastica preparatoria, la “muscolazione”, e via dicendo. Come si spiega allora che esistano esperti di considerevole livello che non hanno mai combattuto in gara, o che comunque non hanno mai vinto un incontro? Il fatto è che il judo è anche uno sport, ma non solo questo.
C’è infine chi guarda al judo come a un’arte. Giusto. A un determinato livello il judoka può davvero creare, mediante l’impiego del proprio corpo, qualcosa di estremamente estetico e piacevole. In un certo senso si tratta di un autentico linguaggio, paragonabile a quello della danza, o a quello figurativo, o persino a quello musicale e letterario. Come l’arte, il judo richiede fantasia, creatività, sensibilità, personalità. Sicuramente il judo è anche un’arte.
Ma è molto più di tutto questo. Il judo è una via. Parola che non si presta a un’agevole interpretazione nella nostra chiave culturale. Forse si potrebbe dire che è un modo di essere. Non ci si può avvicinare allo spirito del judo se non si vive in una certa maniera, interiormente ed esteriormente. E, viceversa, chi pratica il judo nel giusto spirito finisce più o meno consapevolmente col cambiare la propria vita, anzi il proprio stile di vita. Voglio dire, sia pure in termini molto generici e approssimativi, che il judo restituisce l’uomo a sé stesso, liberandolo da quelle scorie che una società mercificante e alienante ha depositato su di lui.
La realtà di questo fenomeno è facilmente verificabile per chi, come me, fruisce di un’esperienza derivante dal quotidiano contatto col bambino. Il bambino, specie il bambino piccolo, si comporta diversamente da noi: è più vero, non si nasconde dietro alcuna maschera, affronta con coraggio e fermezza i problemi della sua esistenza, va diritto al suo scopo, si nutre dei contenuti essenziali della vita. E anche sul piano puramente fisico egli mostra delle impostazioni e degli atteggiamenti che sono quelli più adatti all’impiego migliore del suo corpo. Poi, da adulto, dovrà faticare molto per riconquistare quella posizione e quella dinamica del suo organismo che nei primi mesi di vita gli erano spontanee. Se vorrà riconquistarle, beninteso.
Dire che il judo restituisce l’uomo a se stesso significa dire che la pratica di quest’arte impone il recupero di certe qualità umane che si sono perdute negli stravolgimenti di una società disumana. Per esempio l’umiltà. Occorre accostarsi al judo spogli di ogni
presunzione, liberi da ogni sovrastruttura superflua, disposti a essere semplicemente quello che si è, aperti a un’esperienza del tutto nuova, pronti ad apprendere qualcosa che forse, sulle prime, può sembrare incomprensibile. Sulla materassina i professori, i commendatori, i dirigenti, i capi, non esistono più. Ci sono soltanto uomini uniti da un comune sforzo: lo sforzo di diventare migliori.
E poi la sincerità. Non serve fingere, non serve voler sembrare più bravi, non serve comportarsi in modo da meritare elogi, non serve dare l’impressione di fare più di un altro. Bisogna fare, e basta. Fare quello che si può, il meglio che si può, con tutte le proprie risorse. Bisogna prima di tutto essere sinceri con se stessi, saper guardare dentro di sé, sapersi conoscere.
Non è facile, naturalmente, ma questa è la via.
Ci si può riuscire se si riesce a riconquistare un’altra connotazione fondamentale dell’uomo: l’amore. L’amore per gli altri uomini in primo luogo, e perciò il rifiuto di qualsiasi rivalità, di ogni rancore, del sospetto, della discriminazione, del disprezzo, dell’antipatia, dell’antagonismo, dell’invidia, dell’ira. Il dojo è il luogo della serenità, dell’amicizia e della Mutua prosperità. Inoltre ci vuole l’amore per l’arte. Non si pratica il judo per essere più forti, per ambizione, per lucro o per ragioni di prestigio. Lo si pratica perché lo si ama. Se non lo si ama, con umiltà e con sincerità, si potrà forse anche ottenere una buona tecnica, mai un buon judo.
Infine è necessaria la fiducia. In se stessi, nel prossimo, e soprattutto nel maestro. Il judo non si impara sui libri. Solo il maestro può indicare la via e il modo migliore di percorrerla. Non chi si fa chiamare maestro, ma chi lo è. E, se lo è, gli si deve dare tutta la fiducia. Il dubbio, nei confronti del maestro, toglie ogni validità al rapporto con lui. Meglio allora cambiare e rivolgersi ad altri. Fare judo vuol dire anche abbandonarsi, senza riserve o secondi fini. Non si chiede né si vuole un rapporto di sudditanza o di sottomissione. Il maestro non è un’autorità istituzionale, non è un colonnello, non è un duce. E’ un uomo che merita fiducia e al quale si deve dare fiducia. Se non la merita non è un maestro.
Per la nostra mentalità mercantile il judo è senza dubbio un fenomeno sconcertante: la sua pratica riporta in primo piano certe qualità umane che dal nostro costume sono state accantonate, o addirittura cancellate, e ne respinge altre che vanno per la maggiore, come la propensione al successo, al potere, all’avidità, alla sopraffazione, allo sfruttamento.
E’ una via che non conduce verso gli obiettivi celebrati dalla cultura dominante, ma solo verso un miglioramento dell’uomo e della condizione umana.
E’ un’educazione all’amore e alla libertà.