Judo e codice morale: quando la passione diventa un habitus
da mammaimperfetta
È così complessa l’età di Matteo che ormai mi riesce difficile anche fermarne le dinamiche. Non è più bambino. Ma lo è ancora. Non è ancora un ragazzo. Ma lo è già. È, come dicevo qui (10 anni, un ponte), un’età di passaggio, maturazione, crescita emotiva, scombussolamenti. È un flusso ininterrotto di atteggiamenti infantili e adulti, che si susseguono così velocemente da farti, a volte, girar la testa.
Mamma, ho voglia di abbracci e Ma cosa vuoi? si alternano più volte al giorno in passaggi degni dell’attenzione di Gregory Bateson.
Io non sono tanto pronta a fare la mamma di un pre-adolesente. Però, se ci penso, non ero pronta nemmeno a fare la mamma di un neonato. Alla fine sono loro che insegnano a noi a stare nel ruolo con la giusta dose di amore.
Non penso di poter essere smentita se scrivo che Matteo è un bambino ricco. Poi, si sa, per i genitori sono sempre un po’ più “qualchecosa” di quanto siano in realtà. Però io trovo Matteo un bambino per certi versi un po’ speciale. È ricco di premura. Essendo però un bimbo introverso, questa ricchezza va colta. Da come ti guarda. Da come si muove. Da come muove la bocca quando, ad esempio, vede qualcuno in difficoltà. Va colta anche da come tace.
È un bambino modesto, non lo sentirai mai vantarsi dei suoi risultati scolastici e nemmeno sportivi. Lo sentirai gioire, ma non vantarsi. Non lo vedrai compiere scorrettezze. Non lo vedrai perdere il controllo pubblicamente (piangere, innervosirsi, esagerare). Non lo vedrai dimenticarsi di un amico. Non lo vedrai mancare di rispetto. È un bambino che sa gestire gli stress ad alti livelli (tutti tranne, il rifiuto immotivato di un adulto, quello lo mette giustamente in crisi): l’anno scorso ha retto una situazione scolastica molto pesante, che ha scombussolato l’intera classe per quasi tutto l’anno, senza mai lamentarsi, regge le gare di judo, le verifiche, le interrogazioni, gli scontri, i litigi. È l’opposto di me che rifiuto tutti gli inviti in tv e i momenti di public speaking perché…non ce la posso fare.
Matteo è un bambino che sa stare al mondo meglio di un adulto. Ha fiducia in se stesso.
Superfluo dire che ha molti difetti, oggi però voglio parlare di altro (leggi anche facciamo sentire speciali i nostri figli) perché mi sono stufata di genitori che presentano ai figli solo il conto dei loro errori e dei loro limiti.
Riflettendo su queste sue caratteristiche di approccio alla vita e alle relazioni, pensavo anche al fatto che è nato da 10 anni. E 6 di questi 10 anni li ha passati a praticare judo. Il60% della sua vita. È veramente tanto. Magari sarebbe quel che è anche senza aver praticato questa disciplina. Ma non ne sono convinta.
Lo sto un po’ studiando il judo e ho scoperto che esiste un codice morale (alcuni siti lo chiamano “etico”, ma in realtà è morale) che rispecchia l’essenza piena di Matteo e che lo descrive come io non saprei fare.